Queste armi sono gli unici dispositivi non nucleari, se escludiamo i missili balistici a testata convenzionale, in grado di distruggere installazioni militari situate profondamente nel sottosuolo o difese da strutture in cemento armato di considerevole spessore; per considerevole spessore parliamo di spessori di cemento armato superiori ai 10 metri e spessori di roccia ancora maggiori. Pochissime installazioni militari fortificate al mondo possono ritenersi non vulnerabili a questo particolare tipo di ordigno. In uno scenario di conflitto convenzionale le Bunker Buster rimangono l’opzione più probabile per eliminare bersagli fortificati in quanto l’utilizzo di missili balistici convenzionali potrebbe ingenerare la sensazione di una escalation particolarmente grave del conflitto in questione.
Le bombe Bunker Buster furono operativamente utilizzate per la prima volta nella prima guerra del Golfo contro obiettivi fortificati di Saddam Hussein, la loro efficacia le rese da quel momento in avanti uno strumento indispensabile e il loro invio nei teatri operativi un chiaro segno dell’imminenza di una operazione militare.
Nel dicembre 2011 il congresso americano ha autorizzato la consegna di un numero significativi di Bunker Buster agli Emirati Arabi Uniti.