La missione Unifil si sta svolgendo, con l’attuale assetto, da oltre sei anni nella zona sud del territorio libanese, compreso tra il fiume Litani e il confine con lo stato di Israele.
Come dicevamo i compiti di UNIFIL non avrebbero dovuto essere relegati alla sola osservazione. Il contingente è stato dotato di tutti gli strumenti necessari per prevenire attivamente una nuova guerra tra il Israele ed Hezbollah. I compiti primari di UNIFIL prevedevano infatti che la forza delle Nazioni Unite impedisse fisicamente l’afflusso di armi di Hezbollah nella zona di competenza della missione e, che allo stesso tempo, prevenisse qualsiasi violazione dell’integrità territoriale libanese da parte di Israele, solo così sarebbe esistita una blanda speranza di evitare a breve un nuovo conflitto. Ma UNIFIL non ha avuto la forza necessaria per adempiere ai suoi compiti: Hezbollah continua ad armarsi, a fortificare postazioni, a scavare tunnel e siti di lancio sotterranei per la sua artiglieria, per i suoi razzi e per i suoi missili. Israele continua a violare lo spazio aereo libanese con una frequenza e una periodicità impressionanti.
UNIFIL ha fallito, ed ora è prigioniera nella stessa zona che avrebbe dovuto governare. Sia gli israeliani sia i libanesi non hanno fiducia nella forza delle Nazioni Unite, non la rispettano e a volte la tensione nelle zone di confine sale repentinamente. È di poche settimane fa la notizia che un convoglio di UNIFIL, che scortava alcuni giornalisti italiani nella zona prossima al confine con Israele, è stato fermato con la forza da un gruppo di uomini armati che hanno letteralmente sequestrato per alcune ore sia i militari che i civili; questo fatto seppur non abbia fortunatamente portato a vittime, è un indicatore estremamente visibile di quanto scarso sia il controllo di UNIFIL nella zona.
Nel caso in cui si arrivasse ad uno scontro tra Isralele ed Hezbollah, fatto questo sembra più probabile, vista la situazione siriana, UNIFIL potrebbe trovarsi letteralmente tra due fuochi e per evitare gravi perdite ed il coinvolgimento occidentale nella guerra, potrebbe solamente ritirarsi in modo disordinato verso la costa e garantirsi un perimetro di sicurezza a nord della città di Tiro, dove potrebbe avvalessi della copertura delle unità navali che facendo parte integrante di UNIFIL incrociano costantemente al largo del Libano.
UNIFIL è quindi oggi una missione senza reali poteri operativi e la sua presenza in Libano è ormai solo un fattore di rischio per i militari impegnati a sud del Litani.
UNIFIL deve avere il supporto politico necessario a svolgere i propri compiti operativi, in caso contrario l’unica alternativa è il ritiro.