Vi abbiamo fatto questa premessa perchè è ormai chiaro a molti analisti che dopo le elezioni americane, nel caso di una riconferma in carica del Presidente Obama, si terrà, dopo una adeguata preparazione che potrebbe portare via alcuni mesi, un vertice diretto tra Stati Uniti e Iran, se non a livello dei Leader, probabilmente a livello di ministri degli esteri. In questa sede l’Iran potrebbe scoprire le proprie carte essendo ormai prossimo alla capacità nucleare, e condizionare il non assemblaggio della bomba alla rinuncia di Israele agli armementi atomici. In caso contrario l’Iran si riterrebbe in diritto, per una specie di diritto simmetrico, di costriure quello che lo stato di Israele possiede da 50 anni, la bomba atomica. Cosa farà Obama? Chiederà ad Israele di esaudire le richieste iraniane o inizierà un conflitto con una potenza atomica. La discussione non è accademica ma potrebbe diventare uno scenario non più possibile ma probabile. La via del dialogo senza un intervento militare diretto degli americani in medio oriente è una strada destianta al fallimento. Ma quando parliamo di un intervento militare diretto non ci riferiamo ad una guerra contro l’Iran ci riferiamo a piani operativi ben definiti che siano in grado di proteggere gli alleati, arabi ed israeliani, da qualsiasi minaccia. Parliamo di piani a lungo termine che definiscano l’area mediorientale come centro strategico per l’occidente in generale e per gli Stati uniti in particolare. Solo in questo modo sarà possibile denuclearizzare la regione mediorientale, solo con una presenza fisica politica diploamtica e militare nell’area abbiamo una piccola speranza di eliminare le armi di distruzione di massa da una regione esplisiva con il medioriente. Ma oggi l’America di Obama sta facendo l’esatto contrario ritirandosi dalla regione e dichiarando l’area del Pacifico la priorità strategica e geopolitica degli Stati Uniti, lasciando il medioriente nella tenaglia dell’odio viscerale che oppone sunniti a sciiti, le speranza di rivalsa dei nazionalisti egiziani contro Israele e il miraggio dei fondamentalisti di costituire una roccaforte estremista in Siria sempre più vicino. Così ogni nazione per timore di soccombere nel vortice del caos e finire preda dei nemici farà di tutto per avere gli armamenti migliori, le armi più letali e il sogno roibito di ogni Re Califfo Presidente o Ayatollah sarà avere adisposizione l’arma finale, l’arma atomica.