Turchia e Stati Uniti vicini allo scontro diplomatico

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Turchia e Stati Uniti, un tempo alleati storici nel Mediterraneo Orientale, potrebbero presto arrivare ad un grave scontro diplomatico che potrebbe portare a clamorosi sviluppi.
Andiamo con ordine e partiamo da un evento interno alla Turchia. Alcuni giorni fa, il 17 dicembre, è scoppiato in Turchia uno scandalo correlato a presunti episodi di corruzione nei settori dirigenziali dei partiti principali e del governo turco. Numerose figure di spicco della politica turca sono state indagate e due dei figli del ministri dell’interno e dell’economia del governo turco sono stati arrestati.
Il Premier turco Erdogan ha reagito duramente facendo riferimento a non meglio precisate “ingerenze straniere negli affari interni della Turchia”. Ma Erdogan oggi è andato oltre, e durante la tradizionale riunione con gli ambasciatori di fine anno, Erdogan, non ha propriamente fatto gli auguri a tutti i rappresentanti dei governi stranieri accredita ad Ankara. Erdogan ha dichiarato che la Turchia non necessita di avere sul proprio territorio tutti gli ambasciatori che oggi sono presenti ad Ankara, in particolare coloro che si intromettono negli affari interni della Turchia, arrivando implicitamente a minacciare l’espulsione di alcuni diplomatici stranieri.
In molti, tra coloro che seguono attentamente le vicende turche, hanno pensato che Erdogan si potesse e riferire all’ambasciatore americano Francis Ricciardone. Nei giorni scorsi due tra i principali giornali turchi, Yeni Şafak e Aksam, hanno riportato dichiarazioni attribuite al diplomatico americano il quale avrebbe parlato con un collega europeo definendo i fatti che potrebbero accadere nei prossimi giorni in Turchia “la fine di un impero”.
Ricciardone ha smentito categoricamente queste presunte dichiarazioni che gli erano state attribuite ma, a giudicare dalla reazione scomposta e estremamente irritata del Premier turco, il governo di Ankara potrebbe essere in possesso di qualche prova più concreta, oltre alle indiscrezioni giornalistiche, che potrebbero evidenziare ingerenze esterne negli affari interni della Turchia.
Per ora il Dipartimento di Stato americano non ha risposto alle parole di Erdogan, ma il solco tra Turchia e Usa, dopo il fallimento della strategia di Obama riguardante la gestione della crisi siriana, si è notevolmente approfondito.
Dopo il disimpegno americano la Turchia ha iniziato a cercare altri partner, sia in campo economico che militare. Due esempi su tutti la rinnovata volontà del governo di Ankara di collaborare con l’Iran in campo energetico e con la Repubblica Popolare Cinese per l’acquisto dei nuovi sistemi antiaerei delle forze di difesa aerea della Turchia.
L’America sembra aver perso un altro alleato fondamentale. La Turchia, un paese ponte tra Oriente e Occidente, con interessi nel Mediterraneo, in Europa e in Medio Oriente e che possiede un esercito estremamente efficiente, un tempo elemento centrale della strategia NATO, guarda oltre gli Usa e oltre l’occidente.
Il Congresso americano dovrà rimediare, se ci riuscirà, all’ennesimo disastro in politica internazionale di questa amministrazione.

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Comment(1)

  1. Scusate dove’ finita la modalità mobile del sito. Sul mio cel questa nonl a visualizza correttamente.grazie

    Grazie dell’informazione cerchiamo di rimediare 🙂

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