Tremila nuove centrifughe IR2/M in Iran
L’Iran si prepara ad un grande passo in avanti del suo programma nucleare. È di questi giorni la notizia che l’agenzia atomica iraniana si prepara a costruire su scala industriale e mettere in efficienza presso il sito di arricchimento di Natanz tremila centrifughe IR2/M, un tipo di macchinario molto più efficiente delle attuali IR1 in possesso degli iraniani. Al fine di raggiungere questo obiettivo l’Iran avrebbe aggirato le sanzioni intenzionali acquisendo sul mercato internazionale, forse in oriente, decine di migliaia di componenti indispensabili per la fabbricazione di queste centrifughe. Nel caso specifico si parla di anelli magnetici che l’industria iraniana nonè in grado di produrre su vasta scala. Queste macchine verranno impiegate nella prima fase dell’arricchimento dell’uranio, quella che partendo dal minerale base composto in prevalenza da Uranio 238, aumenta la purezza dell’isotopo fissile, l’Uranio 235, a concentrazioni variabili tra i 3,5 e il 5%. Queste attività sono legittime per i paesi che hanno sottoscritto il trattato di non proliferazione, ma i nostri analisti vogliono sottolineare che questa prima fase di arricchimento è quella che richiede più tempo in assoluto e l’arrivo delle nuove centrifughe permetterà all’Iran di aumentare anche i processi di arricchimento che vanno oltre il 5% con la sola limitazione della volontà dei leaders politici della Repubblica Islamica.
Con questa mossa l’Iran continua quello strano gioco diplomatico fatto di aperture verso il gruppo del 5+1 e repentine accelerazioni del proprio programma nucleare, che mese dopo mese, lascia la fase sperimentale per entrare in una dimensione che potremmo definire “industriale”.
È proprio l’industrializzazione dell’arricchimento del minerale di uranio che secondo i nostri analisti è la vera linea rossa sia dello stato di Israele sia degli Stati Uniti d’America. Allo stato attuale l’Iran potrebbe essere già in grado di produrre in maniera rapida un dispositivo nucleare, tuttavia senza adeguate scorte di minerale arricchito ed un appartato industriale capace di produrre rapidamente grandi quantità di isotopo fissile, costruire una singola atomica non avrebbe che effetti negativi sulla Repubblica Islamica. Pochi giorni fa parlando a Washington alla convention della più influente lobby americana che supporta Israele, l’AIPAC, il vice presidente americano Biden ha ribadito che l’America è pronta ad usare la forza, sebbene preferisca la via diplomatica, per impedire all’Iran di ottenere l’arma atomica. Arma atomica che con lo sviluppo di un apparato di arricchimento su scala industriale appare sempre più alla portata della Repubblica Islamica dell’Iran.
Ecco l’articolo di Press Tv che parla dei progetti iraniani.
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