Siria : La Fine di Homs – Aggiornamento

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Per Homs in Siria è la fine. La fine della resistenza, la fine della lotta in armi contro il regime di Assad nell’ambiente urbano della città. Da ieri mattina circa 200 veicoli corazzati hanno completato l’accerchiamento della città, un intenso fuoco di artiglieria pesante sta fiaccando la resistenza dei ribelli e sta causando innumerevoli morti e feriti anche tra la popolazione civile. Ma la rivoluzione siriana non fa più notizia, i media occidentali non ne parlano con la stessa intensità di come veniva seguita la rivolta in Libia; i governi stessi visto lo stallo delle diplomazie e il caos tra le fazioni che combattono Assad non hanno la Siria al posto N.1 delle loro agende. In Siria si firmano strane alleanze tra i Quaedisti dell’Irak e gli agenti del Qatar, tra gli SAS inglesi e i guerriglieri sunniti di Bagdad.

Così nel caos generale Homs muore, schiacciata dal tallone di Assad e dalla fine strategia dell’Iran, che è stato capace di distrarre il mondo occidentale e riportare l’attenzione su di se e permettere ad Assad di schiacciare la rivolta. Le guerre non conoscono i tempi dei burocrati e nemmeno le pause dei fini pensatori, le guerre, anche quelli civili, sono fatte di attimi, di finestre temporali che vanno sfruttate o che in alternativa vengono irrimediabilmente perse. A Homs il momento favorevole ai ribelli è passato, Assad e i regolari si sono organizzati, la paura è cresciuta nella città e quando qualcuno comincia ad abbandonare il campo l’atmosfera si fa ancora più tesa.

La fine di Homs, della battaglia di Homs, non è però la fine della rivoluzione Siriana, che si sposterà nelle aree meno popolate più a est e cercherà il momento della rivincita anche a Homs.

Il 24 febbraio si aprirà a Tunisi una conferenza fortemente voluta dagli Stati Uniti proprio in Nord Africa, dove i dittatori hanno lasciato il campo ai movimenti popolari. Quale sia l’agenda dei lavori di questo vertice non è ancora una cosa chiara, così come non è chiaro chi parteciperà. Sicuramente ci sarà un grande assente. la Russia, che con il proprio ministro degli esteri afferma che non capisce lo scopo di questo vertice e quindi ritiene la propria partecipazione superflua. Il 24 febbraio nel comunicato congiunto del vertice di Tunisi capiremo gli scopi che questa riunione si prefigge.

Per ora ad Homs si combatte e si muore su ambedue i fronti, mentre la croce rossa internazionale e la mezzaluna rossa, cercano di ottenere almeno una tregua per portare aiuto ai civili loro malgrado vittime di questa guerra civile che si svolge senza le telecamere delle televisioni, unico mezzo ormai che testimonia la realtà di un fatto. Nel nostro mondo moderno niente immagini di Homs vuol dire che nulla ad Homs sta accadendo, ma non è così e chi in quella città vive o solo ancora respira lo sa benissimo.

Tutto ciò a meno che qualcuno in occidente, subito, adesso faccia giungere ai ribelli le armi moderne e letali che sono indispensabili ad un piccolo gruppo in armi per competere con un numero di avversari molto superiore a loro.

Aggiornamento del 29 febbraio 2012 ore 15.00 GMTL

Fonti militari siriane annunciano che il quartiere ribelle di Homs, sarà “ripulito” entro breve tempo. L’offensiva finale è iniziata.

Aggiornamento del 1 marzo 2012

Homs è caduta. I ribelli si ritirano e cercano scampo nelle zone rurali. Ci sono voci non confermate di esecuzioni sommarie. Homs è caduta.

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