Siria : importante upgrade per le forze di difesa aerea
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Le forze della difesa aerea siriana hanno subito negli ultimi anni importanti miglioramenti, dei veri e propri upgrade grazie all’appoggio di Mosca. Tutto ha avuto inizio dopo il raid delle forze aeree israeliane nel 2007, sortita che ha distrutto un reattore sperimentale che poteva essere impiegato in un programma nucleare di tipo militare. In quella occasione in nerbo della difesa aerea siriana, i sistemi antimissile a lungo raggio di derivazione Sovietica SA-5 SA-10 e SA-2, non sono riusciti ne ad ingaggiare efficacemente, ne tantomeno ad abbattere i caccia dello stato di Israele. Alla luce di questo fatto la Russia ha fornito sistemi con minore portata ma meno vulnerabili alle attività di guerra elettronica della forza aerea israeliana (IAF). La guerra elettronica utile a rendere non funzionali i sistemi di difesa aerea è un punto fermo della moderna tattica miliare e i vecchi sistemi risalenti alla guerra fredda risentono maggiormente del Jamming rispetto a sistemi missilistici moderni.
Parliamo in questo caso specifico dei missili a corto e medio raggio SA-22 “Greyhound” e SA-17 “Grizzly”
Il sistema SA-22 è un sistema combinato per la difesa di punto che integra una coppia di mitragliatrici binate , dodici missili guidati a corto raggio e il radar di ricerca e direzione tiro. L’ SA-22 è un moderno apparato poco sensibile ai moderni sistemi di Jamming e risulta estremamente efficace nella difesa di una area ristretta come può essere una base aerea o un posto di comando piuttosto che un deposito di grande importanza.
In coppia con l’ SA-22 lavora il sistema SA-17, un apparato missilistico più datato ma che ha subito un sostanziale upgrade nel 2006 ed ora è una valida soluzione per l’ingaggio di bersagli nemici fino a 45 km di distanza e a quote superiori ai 25 km, con missili intercettori capaci di superare Mach 3.
Questa accoppiata, a disposizione da pochi mesi in configurazione operativa, per le forze di difesa aerea siriane può essere vista come un’ulteriore segnale di Mosca in opposizione ad un intervento aereo delle potenze occidentali e allo stesso tempo aumenta le limitazioni operative della IAF non solo sulla Siria ma teoricamente anche su una parte del territorio libanese vitale per la milizia di Hezbollah e cioè la parte del Libano che si trova ed est e a sud della capitale Beirut.
La Siria quindi in questo anno di rivolta, non solo non è capitolata davanti ai rivoltosi, ma ha incrementato in modo significativo le proprie capacità di opporsi in modo efficace ad eventuali violazioni del proprio spazio aereo, qualunque ne sia l’origine.