Nei giorni scorsi e nelle scorse settimane alcuni aerei da ricognizione e sorveglianza marittima della Repubblica Popolare Cinese hanno solcato i cieli delle isole, Senkaku Diaoyu in aperta sfida alle rivendicazioni di sovranità integrale del Giappone sul piccolo ma fondamentale arcipelago. A seguito delle attività cinesi il comando difesa aerea nipponico ha ordinato lo “Scramble” e cioè il decollo di emergenza, dei propri intercettori F/15 dalla base aerea di Okinawa. Dal momento dell’allarme all’arrivo in area di operazioni intercorrono circa 20 minuti, e questo vedrete non è un dettaglio da poco.
I cinesi hanno studiato accuratamente le procedure di attivazione dei caccia di Tokio e, avvisato il loro aereo del decollo degli intercettori, hanno il tempo per far uscire il loro mezzo dallo spazio aereo delle Senkaku prima che arrivino gli F/15 giapponesi.
A questo punto il Giappone ha a disposizione tre alternative.
- Istituire delle CAP (Combat Air Patrol), cioè dei pattugliamenti aerei continui con i propri intercettori
- Dislocare gli F/15 in un punto più prossimo alle isole Senkaku
- Installare un sistema di difesa aerea di punto nelle isole Senkaku
Esaminiamo le tre opzioni
Istituire una CAP è tecnicamente possibile e eviterebbe fisicamente la violazione dello spazio aereo delle Senkaku da parte degli aerei di Pechino. Tuttavia istituire delle CAP comporta alcuni svantaggi, e non di poco conto. Per garantire una copertura 24/7 dello spazio aereo delle Senkaku da parte di una singola coppia di F/15 sarebbero necessari almeno 20/22 velivoli F/15 dedicati allo scopo e 2/3 aerei cisterna per i rifornimenti in volo; questo vista l’autonomia dei mezzi, l’affaticamento degli equipaggi le manutenzioni programmate e straordinarie necessarie. Non parliamo inoltre degli enormi costi di manutenzione carburante e l’usura dei caccia estremamente preziosi per il Giappone.
L’ipotesi CAP va scartata se non nell’imminenza di un conflitto.
Installare un sistema missilistico di difesa aerea di punto nelle Senkaku è un’ipotesi non percorribile facilmente. Le isole sono disabitate e inospitali, tuttavia sarebbe possibile installare una batteria di missili terra aria a corto raggio con il relativo personale. Questa ipotesi che è quella da un punti di vista dei costi e della rapidità di impiego la più efficace ha un grosso difetto. Cosa accade se un velivolo di Pechino viola lo spazio aereo delle Senkaku? Viene abbattuto senza altre opzioni? Secondo problema. Mettere truppe sulle isole potrebbe scatenare una violenta reazione cinese, compreso un possibile sbarco delle truppe dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese nelle isole contese.
Anche l’ipotesi della batteria di punto va scartata.
Rimane la possibilità di abbreviare la distanza tra gli intercettori e le isole Senkaku. Questa possibilità si chiama Shimojijima.
Shimojijima è un piccolo isolotto sede di una comunità di pescatori che è dotato di un aeroporto con una pista di oltre 3000 metri di lunghezza ideale per i caccia F/15. Tuttavia quello di Shimojijima è un aeroporto civile che non può essere impiegato al momento come aeroporto militare da parte delle forze di autodifesa giapponesi.
Ciò si evince in un articolo dell’agenzia Giapponese Kyodo che riferisce delle intenzioni del Governo nipponico di dislocare alcuni F/15 nel picocolo isolotto che dista circa la metà, rispetto alla grande base di Okinawa, dalle isole Senkaku. Il dispiegamento a Shimojijima dei caccia F/15 permetterà tempi di reazioni più rapidi alle forze di difesa aerea nipponiche e dovrebbe non permettere più in mondo agevole ai cinesi di continuare nella loro tattica.
Dobbiamo però evidenziare che i cinesi hanno assunto anche atteggiamenti più aggressivi in un paio di occasioni negli scorsi giorni, quando il comando aereo cinese ha fatto avvicinare alle Senkaku due squadriglie di caccia J-10. Parliamo di squadriglie e non di singoli velivoli.
La tensione è palpabile nelle Senkaku e ogni mossa di uno dei due contendenti genera la reazione dell’avversario, alzando sempre di più la posta in gioco e i mezzi impiegati. In una parola questa condizione si definisce facilmente: Escalation.