Siria inverno 2015/16, le forze governative supportate da battaglioni iraniani e dell’Hezbollah libanese cercano di contenere le forze ribelli che tentano di conquistare (o meglio di portare la guerra) nella capitale siriana, Damasco, e nella fascia costiera della Siria, la cosiddetta regione Alawita, la cui capitale è Latakia, la terra natale di Al Assad e il luogo dove sorge l’ultima base navale russa nel mediterraneo, il porto di Tartus. Per raccogliere informazioni sulle forze dei ribelli la Russia opera da qualche settimana, nei cieli della Siria, due droni avanzati, costruiti in Israele, che consentono missioni di ricognizione a grandi distanze e tempi di permanenza sugli obiettivi superiori alle 24 ore. Grazie alle informazioni di questi Droni le forze aeree da attacco di Mosca dispiegate in Siria colpiscono oggi, non solo le parti avanzate delle forze ribelli, ma anche i centri di comando e controllo, nonché cercano di eliminare elementi di spicco sia dello Stato Islamico, sia dei ribelli di altre formazioni combattenti. Questa tattica mira non tanto ad indebolire direttamente i ribelli ma a ingenerare una lotta per la successione che possa incrinare l’unità delle formazioni ribelli. In questi raid Mosca colpisce anche formazioni equipaggiate ed addestrate dal governo americano e dal governo turco.
Ai turchi e agli americani è chiaro il ruolo centrale dei Droni israeliani operati da Mosca.
In una notte di gennaio due F-16 entrano nello spazio aereo siriano, sono guidati dai radar Nato presenti in Turchia e si avvicinano rapidamente al drone russo che opera poco ad est di Aleppo. Due missili AMRAAM vengono lanciati contro il drone da ognuno dei due caccia, e il Drone Russo viene abbattuto.
Mosca reagisce duramente all’abbattimento del proprio drone, e classifica l’accadimento come un deliberato atto ostile nei conforti di Mosca.
Le parole di Peskov, portavoce di Putin sono lapidarie, spunta la frase “atto di guerra” e “nessun altro fatto simile potrà passare senza adeguate risposte”. Mosca accusa gli Stati Uniti di aver abbattuto deliberatamente il Drone sulla Siria, gli Stati Uniti smentiscono affamando “non solo noi operiamo in Siria”, subito dopo Ankara per bocca del portavoce del Presidente Erdogan dichiara che la Turchia non ha ingaggiato nessun bersaglio aereo russo e che Erdogan stesso ha avuto su questo punto una telefonata con il Presidente Russo Putin.
La notte passa 24 gennaio trascorre nella tensione più assoluta mentre la portaerei americana Truman oltrepassa lo stretto di Gibilterra diretta nel mediterraneo.
La mattina di buon’ora il presidente russo parla alla nazione e chiede pubblicamente e ufficialmente un vertice di emergenza, faccia a faccia, con il presidente americano Obama, aggiungendo che egli non aveva alcuna intenzione di discutere della situazione in Siria nè con il capo della CIA, nè di avere l’ennesimo rapporto di una telefonata tra John Kerry e Sergey Lavrov.
Putin sa perfettamente che mentre lui parla in America e notte fonda e che Obama ora non è sveglio per ascoltare il suo discorso. Putin attende che a Washington siano le 11 del mattino e chiede di parlare per telefono con il presidente americano, ma Obama non è disponibile, non vuole parlare con Putin vuole che a relazionarsi tra loro siano i ministri degli Esteri, i vertici militari e i n.1 di CIA e FSB.
la reazione di Putin è affidata non ad un discorso ma ad alcuni fatti concreti, le forze di difesa aerea della Federazione Russa, di tutta la Federazione vengono messe in stato di massima allerta e le unità navali russe, sia di superficie sia sottomarine, in grado di prendere il mare si preparano a salpare….
Questo scenario non rappresenta l’opzione più probabile di un possibile confronto aereo nei cieli della Siria, tuttavia sintetizza come anche il solo abbattimento di un aereo a pilotaggio remoto potrebbe portare ad uno scontro di proporzioni van maggiori, in quanto ora in Siria, a differenza dell’Ucraina, le forza militari russe sono presenti con la loro bandiera è un attacco ad un mezzo o ad un soldato russo rappresenterà per Putin un attacco alla Russia intera.