Livorno 4 ottobre 2015 ore 1630
Accademia navale di Livorno, gli Allievi Ufficiali, apprendono in questo luogo denso di storia, le basi per essere buoni Ufficiali della Marina Militare Italiana, ma prima di tutto ne apprendono i valori, le tradizioni, e le regole per integrarsi e dare il loro apporto alla flotta e al paese. Oggi a Livorno si parla di Dual Use dello strumento militare, della possibilità di impiegare le nostre unità e i nostri uomini non solo per scopi bellici ma anche e soprattutto per scopi umanitari, a volte dell’importanza della raccolta differenziata sulle unità militari.
Ma la giornata di lezione è però bruscamente interrotta da una notizia sconvolgente che arriva dal Canale si Sicilia.
Canale di Sicilia 04 Ottobre 2015 ore 1035
Il Pattugliatore d’altura Cassiopea si accinge a una normale operazione di salvataggio nel Canale di Sicilia. Un barcone in legno è stato individuato dall’elicottero di bordo e l’equipaggio si appresta a portare soccorso. Il barcone non è molto grande, e al suo interno si contano non più di 60 persone, il Cassiopea sa e può agire da solo lo ha già fatto altre volte vengono messe a mare due piccole lance che cominciano il trasbordo dei profughi.
Canale di Sicilia 04 ottobre 2015 ore 1205
Il trasbordo dei profughi è terminato, sono tutti uomini, e la cosa non è poi così eccezioanale, tuttavia il loro silenzio, il loro ordine stupisce l’equipaggio del Cassiopea, che comunque procede con le operazioni di routine, perquisice gli uomini accolti a bordo e successivamente attua un primo screening medico. Fatto ciò li fa accomodare sul ponte di volo, la giornata è ottima e la possizoni confortevole. I sessanta uomini vengono rifocillati,gli viene data acqua e cibo rispettoso della loro religione e in breve tempo la stanchezza non è più l’unica padrona dei loro volti.
Nave Cassiopea 04 ottobre 2015 ore 1550
Un altro barcone di persone salpate dalla Libia viene scorto dai mezzi aerei che supportano il Cassiopea nell’operazione di salvataggio in Mare. L’imbarcazione si trova a 30 miglia dalle coste libiche e l’equipaggio italiano appronta l’intervento di recupero. È in quel momento che un uomo, barba curata e occhiali, si alza dal ponte di volo dell’unità itlaliana. E grida in Arabo “Dio è Grande” in pochi istanti tutti 60 uomini accolti dal Cassiopea si alzano in piedi e aggrediscono i cinque Marò che sono di guardia. Sono 60 contro 5. Chi è di guardia ha solo a disposizione una Beretta calibro 9 chiusa nella fondina con tanto di fibbia e senza il colpo in canna. I cinque Marò vengono uccisi in pochi secondi a mani nude, gli vengono sottratte le armi e il gruppo dei sessanta si divide in tre plotoni, organizzati militarmente. Un gruppo sale con le scale esterne al fianco della nave, e raggiunge la plancia di comando con la sala direzione combattimento, il secondo si dirige alla centrale di macchina e il terzo vaga nei meandri della piccola nave in cerca dell’armeria di bordo.
I plotoni hanno l’ordine di uccidere la prima persona che vedono in ogni locale della nave, ma di cercare di fare più progionieri possibili.
Un meno di 120 secondi la gran parte di nave Cassiopea è sotto il controllo di un gruppo militare dello Stato Islamico. Tutto il personale di bordo era focalizzto sul soccorso in mare e nessuno immaginava che la nave potesse essere oggetto di un attacco terroristico in mare aperto. Ecco cosa aveva sconvolto la tranquillità dell’Accademia Navale di Livorno e che entro poche ore sconvolgerà la tranquillità di un intero paese. Una nave italiana e il suo equipaggio sono ostaggi dei terroristi.
Nave Cassiopea 04 Ottobre 30 miglia dalle coste libiche
Nave Casiopea è caduta nelle mani di un commando dello Stato Islamico, che ha ucciso nei primi minuti dell’attacco 15 uomini dell’equipaggio, e ora costringe il comandante a dirigere verso la Libia con mezzi talmente barbari che ci asteniamo dal descrivere….
Il nostro scenario termina qui. Esso non vuole prefigurare un evento di tale portata, rimane privo di dettagli sulla Cassiopea per non favorire chi non sta dalla parte del nostro Paese, ma è stato scritto per spingere il comando della marina a prendere in considezione tale evenienza, come avevamo già fatto mesi fa con questo scenario che riguardava l’isola di Lampedusa, ora protetta da un dispositivo che pare adeguato per impedire quel terribile ipotizzato evento.