Ribelli siriani in lotta tra loro. Al Assad guadagna posizioni
Al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite i rappresentati diplomatici delle cinque potenze con diritto di veto presso il Consiglio di Sicurezza non hanno ancora trovato un accordo sulla possibile bozza di risoluzione che impegni la Siria a cedere il controllo, e poi a distruggere, il proprio arsenale di armi chimiche.
Stati Uniti, Francia e Regno Unito da un lato, Cina e Federazione Russa dall’altro cercano i cavilli legali, le terminologie più bizantine per volgere a proprio favore l’eventuale risoluzione che il Consiglio di Sicurezza dovesse votare nei prossimi giorni. Una risoluzione che Stati Uniti e Francia vorrebbero in riferimento all’art. 7 della Carta delle Nazioni Unite, mentre la Federazione Russa e la Cina non vogliono alcun riferimento all’uso della forza contro il regime di Al Assad.
Durante questo stallo diplomatico in Siria la guerra continua e i civili proseguono la loro odissea tra città devastate e zone senza legge.
I ribelli sono sempre più divisi tra loro e per evitare che la componente islamista, guidata da Jabal al Nusra e dall’ISIS (Islamic State of Iraq and Syria) prenda il controllo di aeree un tempo dominate dall’FSA (Free Syrian Army), lo stesso FSA ha iniziato un’offensiva che ha determinato un relativo ridimensionamento, in termini di controllo del territorio, della componente islamista, la quale ha subito anche la perdita di alcuni esponenti di vertice come l’emiro el-Leibi.
In questa situazione di lotte intestine nella fazione dei ribelli chi ne trae vantaggio sono le forze governative, le quali hanno ripreso il controllo di alcune aeree a Nord di Damasco e continuano ad avanzare nella zona di Ghouta, nell’est della capitale, la stessa area dove centinaia di civili, in maggioranza donne e bambini, sono morte per un attacco chimico con gas nervino.
Ma Al Assad sta utilizzando questo tempo principalmente per riorganizzare le proprie forze e ricevere approvvigionamenti militari dai suoi alleati chiave nella regione, l’Iran e la stessa Federazione Russa, forniture indispensabili per proseguire la guerra da una posizione di relativo vantaggio tecnologico.
Ecco come un evento potenzialmente devastante per Al Assad, e cioè un attacco aereo americano sulle strutture di comando e controllo dell’esercito siriano, si sta trasformato oggi in un vantaggio strategico per i governativi, qualunque risoluzione il Consiglio di Sicurezza partorisca nei prossimi giorni.