Putin afferma che in Ucraina é in atto un Pogrom non una rivoluzione
È caotica la situazione in Ucraina dopo l’interruzione delle trattative tra il governo di Kiev e i rappresentati dell’Unione Europea che stavano discutendo della possibilità di instaurare un regime di libero scambio tra Kiev stessa e l’Unione Europea.
Il partito di governo attuale a Kiev è storicamente un soggetto filo russo e i termini del trattato che era in discussione fino a pochi giorni fa avrebbero avvicinato, in maniera concreta e difficilmente reversibile, l’Ucraina all’Europa, riducendo l’influenza di Mosca sulla Repubblica ex Sovietica.
Dopo l’annuncio della fine infruttuosa dei negoziati diverse decine di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare violentemente la loro frustrazione per il fallimento di una trattativa che poteva ridurre, almeno in parte la dipendenza politica di Kiev nei confronti di Mosca.
I giorni scorsi a Kiev sono quindi Stati segnati dalla violenza, dalle cariche della polizia e dai tentativi dei manifestanti di conquistare fisicamente, più che di occupare, le sedi simbolo del potere. Ieri abbiamo assistito ad una giornata che ha segnato un cambio di passo nelle proteste di piazza, proteste che hanno coinvolto anche il palazzo del governo.
Per impedire ai manifestanti di prendere possesso dell’edificio governativo sono stati fatti intervenire anche reparti speciali dell’esercito.
Stessa scena in piazza dell’indipendenza e nella sede del municipio di Kiev dove i reparti speciali dell’esercito si sono confrontati duramente con i manifestati.
Il governo di Kiev si è detto pronto ad usare ogni mezzo per ripristinare l’ordine, il ministro degli interni ha affermato:”qui non siamo in Nord Africa” non tollereremo l’innescarsi di una rivolta di massa.
Immediatamente da Mosca il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si è schierato al fianco del governo di Kiev che riferisce al presidente Viktor Janukovyc.
Putin ha affermato che in Ucraina si sta svolgendo un Pogrom e non una rivoluzione popolare, connotando senza possibile alternativa le proteste come una espressione criminale guidata dalla violenza.
Al posto dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea l’Ucraina si appresta a firmare un accordo commerciale con Mosca, un accordo che nelle intenzioni del governo ucraino dovrebbe salvare la nazione dalla bancarotta.
Le violenze a Kiev non sono cero finite e l’evoluzione di questa rivoluzione, o di questo Pogrom a seconda dei punti di vista, sarà influenzata dall’andamento dell’economia così come dalle scelte di gestione delle piazze che verranno attuate dal governo di Kiev e dal presidente Janukovyc.
Poche ore fa, nel primo pomeriggio ora di Kiev del 3 dicembre, il parlamento dell’Ucraina ha respinto la mozione di sfiducia presenta contro il governo dai rappresentanti dell’opposizione. Si teme in serata una recrudescenza delle violenze, nonostante il gelo che già avvolge Kiev.
Il nostro sito manterrà uno sguardo vigile ad est nel timore, non infondato, che la violenza che ha caratterizzato il Nord Africa e parte del medio oriente possa iniziare a fare danni anche in Europa.