Poliomielite in Siria un rischio per l’Europa

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Polio Circa venti giorni fa GeopoliticalCenter pubblicava un post riguardante l’epidemia di poliomielite in atto in Siria, in particolare nelle aeree soggette al conflitto o sotto il controllo dei ribelli.
Per primi abbiamo segnalato la possibilità che nei prossimi mesi il virus della poliomielite possa raggiungere il territorio europeo e rappresentare un pericolo in particolare per l’Italia.
Pochi giorni fa una rivista scientifica di primo piano come “The Lancet” ha pubblicato un articolo del prof. Martin Eichner, il quale condivide le nostre stesse conclusioni per quello,che riguarda la possibile espansione della poliomielite verso l’Europa e verso l’Italia.
Nel testo del Lancet, si sottolinea un elemento fondamentale della possibile epidemia di poliomielite in Europa, e cioè la tempistica della scoperta del primo caso di paralisi da poliovirus. Per la dinamica di azione e di diffusione del virus della poliomielite noi osserveremo il primo caso conclamato un anno dopo dell’inizio della diffusione del virus in Europa. In questo caso al momento della scoperta del primo caso di paralisi centinaia di persone in Europa avranno contratto e diffuso il virus.
E’ necessario rendere partecipe la popolazione del potenziale problema al fine di aumentare l’informazione riguardante la malattia e far si che i genitori attuino scelte consapevoli al momento delle vaccinazioni obbligatorie, Così come è indispensabile che la autorità sanitarie di tutti i paesi che accolgono profughi dalle aree di crisi, ed in particolare dalla Siria, provvedano a vaccinare i profughi stessi non appena essi giungono sul territorio europeo.

Qui il link all’articolo del Lancet

Qui vi riproponiamo l’articolo del 25 ottobre scorso

Quindici anni dopo l’ultimo caso segnalato all’organizzazione mondiale della sanità, in Siria si è registrato negli scorsi giorni il primo caso di poliomielite.
La poliomielite, una malattia causata da un virus gastroenterico neurotropo, causa in una alta percentuale di casi danni neurologici sintomatici che in un numero minore di casi evolve fino alla paralisi completa o la morte per insufficienza respiratoria.
Durante gli anni precedenti la guerra campagne di vaccinazioni infantili e il relativo benessere della popolazione siriana ha protetto la Siria da epidemie di Poliomielite.
In questi quasi tre anni di guerra le condizioni igienico sanitarie ed alimentari si sono profondamente deteriorate e le campagne di vaccinazione sono state fortemente ridotte in tutto il paese e sono completamente assenti nelle zone di conflitto e in quelle sotto il diretto controllo dei ribelli.
La Siria, come tutti i paesi in guerra da lungo tempo, si trova così esposta al concreto rischio di una epidemia di poliomielite tra i nati degli ultimi tre anni e tra la popolazione adulta non vaccinata.
Il problema potrebbe non interessare solamente la Siria ma essere causa di preoccupazione e di diffusione di malattia in tutti i paesi della regione dove è costante il flusso dei profughi.
Il medesimo problema potrebbe toccare anche l’Europa ed in particolare l’Italia visto l’elevato flusso di profughi siriani che raggiungono il nostro paese e che spesso vengono in contatto con la popolazione residente nel paese ospitante senza che venga garantita l’assenza di malattie infettive facilmente trasmissibili come la poliomielite o la tubercolosi.
Il secondo problema, non di poco conto per l’Italia, risiede nel fatto che sempre più genitori non provvedono alle vaccinazioni di legge per i propri figli e dal fatto che la vaccinazione contro la poliomielite che viene attuata in Italia da 10 anni a questa parte è la vaccinazione Salk, molto più sicura dal punto di vista delle “malattie da vaccino” ma è una vaccinazione “a tempo” nel senso che 10 anni dopo l’ultima dose il ricevente spesso non è più protetto contro l’infezione. L’Italia di oggi quindi è un paese dove un focolaio di poliomielite sarebbe devastante per coloro i quali hanno ricevuto la vaccinazione Salk più di 10 anni fa.
Medesimo problema sta vivendo l’Egitto del dopo Mubarak, altro paese fonte di migrazione verso l’Europa.
Monitoreremo la situazione in Siria e gli eventuali report di epidemia o di focolaio che l’OMS dovesse emettere.

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