In questa situazione di caos è difficile perfino fare una stima delle vittime ed identificare con precisione le zone controllate dall’una o dall’atra parte in conflitto. Così come non si possono considerare privi di macchia i ribelli al regime di Al Assad, che in questo ultimo periodo sono stati protagonisti di azioni che vanno oltre ciò che è lecito inuna guerra, sempre che esista in guerra un limite alle atrocità. Non parliamo poi delle milizie fedeli al regime e dei vari gruppi stranieri che operano in Siria dall’una e dall’atra parte, spesso responsabili di crimini di guerra contro civili inermi e protagonisti di distruzioni senza limite come accaduto nei giorni scorsi allo storico mercato di Aleppo, patrimonio dell’umanità ora in cenere, così come in rovina è ridotta gran parte della città di Aleppo dove continuano i combattimenti, dove sorgono improvvisate barricate costruite dai ribelli, dove l’aviazione e l’artiglieria di Al Assad senza preavviso bombarda aree popolate da migliaia di persone che non sanno dove poter fuggire. Anche Damasco vive giornate terribili con la minaccia constante delle autobomba dei ribelli e le improvvise sortite dell’esercito delle al regime nei quartieri abitati prevalentemente dai sunniti, esercito che sta sperimentando la carenza di munizioni, in particolare quelle utilizzate dagli elicotteri d’attacco e quindi anche i regolari utilizzano una specie di IED come bomba avio lanciata.
In questo contesto, dove le Nazioni Unite sono svanite e non mantengono in Siria che un rappresentante il cui fallimento è già scritto nella storia, e nemmeno la croce rossa internazionale riesce ad operare con un minimo di efficacia, non è possibile fare una stima seppur parziale delle vittime, valutare il numero dei profughi e dei senza casa, cercare di capire se sono in atto pratiche di pulizia etnica o esecuzioni di massa. L’unica regione per ora relativamente tranquilla è la zona a nord est in mano alle milizie curde, ma proprio da quella zona così tranquilla, rispetto al resto del paese, potrebbe giungere l’innesco ad una nuova fase della guerra civile siriana. Guerra civile che si è trasformata, imbarbarita, disumanizzata e ha trasformato la Siria in una macelleria, una macelleria siriana, la cui dimensione ci sarà chiara solo quando le armi tacceranno e un nuovo equilibrio avrà stabilizzato il paese o i paesi che nasceranno dalla disgregazione di quello che un tempo era una delle potenze della regione mediorientale.