Luci ed ombre di Velayat 90
In questo nostro articolo vogliamo analizzare gli aspetti militari di Velayat 90 , cercare di capire cosa ha mostrato al mondo questa lunga esercitazione di 10 giorni, oggi al suo settimo giorno, e perchè forse, di fatto è una dimostrazione di relativa debolezza dell’apparato militare Iraniano. Relativa debolezza, perchè di cose interessanti l’esercitazione in questione ne ha mostrate davvero tante. Per prima cosa focalizziamoci sulle forze missilistiche.
Le forze missilistiche sia costiere che imbarcate hanno mostrato capacità notevoli, forse le migliori della regione, abbiamo assistito a lanci di missili antinave, Sea Skimmers e non, da parte di batterie costiere, da parte di unità maggiori della flotta e da parte di unità di più piccolo tonnellaggio ma estremamente pericolose come le imbarcazioni della classe Huangfeng. La televisione cinese ha dato ampio risalto all’impiego di questi sistemi missilistici, mostrando anche l’affondamento nel terzo giorno di esercitazione di una piccola petroliera. L’alta mobilità delle imbarcazioni, così come il fatto che la maggioranza delle batterie costiere sia basata su veicoli ruotati, le rende bersagli non facilmente eliminabili in caso di conflitto.
Altro sistema d’arma che può impensierire la coalizione a guida Americana, sono i sottomarini classe Kilo, che sono stati ampiamente testati durante questa esercitazione, con lanci di siluri e con la concreta possibilità che gli stessi sottomarini Kilo abbiano, clandestinamente, posato mine di ultima generazione proprio all’uscita dello stretto di Hormuz nella parte più occidentale del Golfo di Aden, attività che potrebbe essere uno degli endpoint primari di Velayat 90.
Abbiamo anche visto immagini di simulazione di posa di mine galleggianti con sistemi di detonazione a contatto, le classiche mine dei film sulla seconda guerra mondiale, ma riteniamo questa attività eseguita solo ad uso e consumo dei media generalisti al fine di alimentare la parte psicologica del confronto in atto. Tali mine non posseggono i requisiti di letalità delle mine moderne, rivestono tuttavia un’arma a basso costo e facilmente utilizzabile.
L’aviazione ha mostrato tanta buona volontà, ma i mezzi efficienti a disposizione, sia per quanto riguarda gli elicotteri, sia per quanto riguarda gli aerei, sono pochi, scarsamente efficienti e quasi tutti risalenti all’epoca pre rivoluzionaria, non credevamo di vedere nuovamente in azione nel 2011 i vecchi F4 Phantom II mostrati come un gioiello tecnologico.
Le dimostrazioni di sbarco anfibio non hanno suscitato grande interesse, visto lo scarso realismo operativo mostrato, pensate, ad esempio,che le forze da sbarco hanno eseguito l’operazione con in testa il basco da parata invece dell’elmetto da combattimento, sono sbarcati senza mezzi blindati o ruotati, senza l’appoggio di artiglieria, ecc.
La cosa più dilettantistica, per equipaggiamento e procedure operative, è stata la simulazione di attacco chimico e relativa bonifica. I mezzi impiegati erano mezzi anti incendio riadattati a spruzzare acqua in più direzioni, le suite chimiche per il personale non a tenuta, e il campo operativo ristretto a poche centinaia di metri quadrati, una dimostrazione di arretratezza che pensiamo l’organizzatore del display pagherà a caro prezzo.
Tirando le somme della nostra analisi possiamo dire che: abbiamo assistito ad una parziale dimostrazione della capacità militari Iraniane. Alcune delle quali si sono dimostrate veramente impressionanti, come nel campo della missilistica, altre invece si sono dimostrate inadeguate ed inefficaci, come nel campo degli assalti anfibi e della difesa NBC, altre capacità a nostro avviso non sono state mostrate, come le tattiche di guerra asimmetrica che saranno il fulcro della difesa iraniana in ambito marino.
Lo scopo di Velayat 90, una volta di più, si è dimostrato il collaudo di sistemi d’arma e, forse, la dispersione di mine da fondo nella parte occidentale del Golfo di Aden. Altro fattore che emerge è la determinazione degli iraniani, in ogni componente dello stato da quella politica a quella militare, a resistere e essere disposti al confronto armato.
Non si fermeranno, non arretreranno, ormai è chiaro a tutti.