L’Italia, dopo le prove generali a Cipro?
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Ce lo stanno ripetendo da ventiquattro ore: l’Italia a fine anno sforerà nuovamente il tetto del 3% del rapporto deficit / PIL. A tutti noi e sicuramente anche a voi, sarà apparsa quantomeno strana la sequenza di avvenimenti degli ultimi mesi: ripercorriamone insieme l’evoluzione.
1 – Il governo Letta annuncia che la PA ripagherà una parte dei propri debiti
2 – L’UE avverte che l’operazione di cui sopra potrebbe portare nuovamente il deficit a crescere e a sforare ulteriormente il tetto previsto (in quei mesi non eravamo ancora fuori dalla procedure di infrazione)
3 – L’Italia esce dalla procedura di infrazione
4 – Viene abolita la prima rata dell’IMU
5 – Viene pubblicamente annunciato che l’IVA non sarà aumentata e che il rapporto deficit/PIL sarà rispettato
6 – Arriviamo ad oggi, quando viene annunciato che l’aumento dell’IVA è inevitabile e l’Italia sforerà nuovamente il tetto del 3%
In questa sequenza di eventi ad alcuni di noi sembra di ravvedere non la casualità di fatti, ma una certa convergenza di intenti e opportunismi. Forse per la prima volta l’UE ci aveva visto giusto: l’Italia avrebbe sforato il vincolo del 3% e ci avevano anche messo in guardia. Sia chiaro: non siamo affatto contrari allo sblocco dei crediti delle aziende e anzi per mesi ne abbiamo ventilato la necessità, ma forse l’operazione non è stata condotta nel modo giusto (o forse addirittura non era proprio possibile intraprenderla senza un coinvolgimento diretto dell’Europa stessa). A quel punto è arrivata la questione della prima rata dell’IMU e questo ha fornito l’alibi politico allo sforamento di questi giorni.
In realtà quello che alcuni analisti e osservatori internazionali credono è che avremmo comunque sforato nuovamente il tetto del 3%, per tutta una serie di spese correnti incomprimibili: tuttavia l’IMU e soltanto l’IMU ha potuto offrire un alibi così forte. E se ricordate con quanta insistenza nelle settimane scorse il governo si sia affrettato ad annunciare l’uscita dal tunnel della crisi (a fronte di indicatori macro tutti negativi), ora forse possiamo capirne il motivo: hanno adottato la nota tecnica del relax and then shock. L’opinione pubblica è stata tranquillizzata (quasi sedata a dire il vero) sul futuro prossimo con un martellamento mediatico senza precedenti mirato per lo più a farci tirare un sospiro di sollievo, salvo poi ritrattare tutto puntando il dito contro il capro espiatorio “IMU” e gettando la questione in pasto ai media.
Infine arriverà lo shock. Di cosa si tratta? Letta ieri ha annunciato che per rientrare al di sotto del 3% verranno applicati piccoli correttivi indolori. Lo shock secondo alcuni di noi invece sarà pesante per tutti e soprattutto avvicinerà una volta di più l’Italia al prelievo forzoso sui conti correnti. La Troika ha già fatto le prove generali con Cipro e soprattutto l’idea ormai è ampiamente sdoganata a livello di istituzioni europee. E’ chiaro che l’applicazione di questo prelievo in un grande paese come l’Italia sarà difficile: ma questa è una operazione che parte da centri di potere distanti da Roma. E noi non facciamo mai retropensiero.
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