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Le tensioni si propagano dal Medio Oriente

Sulla nostra pagina Facebook1 (sulla quale vi invitiamo a partecipare numerosi) abbiamo affrontato il tema del prezzo del petrolio, in relazione ai recenti e preoccupanti venti di guerra in Medio Oriente. Inizialmente si è verificato un fenomeno singolare, non del tutto inaspettato. In tempi non “sospetti” uno scontro di queste proporzioni e le relative implicazioni, avrebbero fatto rivalutare il costo del greggio di una cifra tra 1 e 5$ a barile. Nei giorni scorsi, invece abbiamo assistito ad un fenomeno nuovo: il prezzo del petrolio è rimasto stabile o addirittura ha perso terreno.

La spiegazione è molto semplice, la recente crisi in Medio Oriente non è stata sufficiente a contrastare la sfiducia dei mercati finanziari rispetto alla crisi dei debiti sovrani in Europa. Se da un lato infatti i mercati sono più tranquilli adesso relativamente agli aspetti finanziari europei, al contrario la tensione si è spostata e cresce sugli aspetti di economia reale: disoccupazione in primis.

Questi timori sono talmente forti da aver azzerato addirittura l’influenza negativa di un possibile nuovo conflitto in MO.

Venerdì invece c’è stato un cambio di indirizzo: il petrolio si è rivalutato e non poco. In una sola seduta ha acquistato ben l’1,22%, toccando quota 86,67$ al barile. Un livello comunque lontano dai 105/110$ dei primi mesi del 2012, ma che comunque segna un primo rialzo dovuto sicuramente alla crisi in MO.

C’è da dire che dietro questo rialzo vi è anche una motivazione strettamente tecnica: gli operatori in chiusura di settimana hanno preferito acquistare e coprire le proprie scorte, per prevenire eventuali peggioramenti della crisi nel fine settimana e trovarsi completamente scoperti lunedì prossimo. I future per il NYMEX WTI Crude sono per le consegne di Dicembre, mentre i future sul Brent Crude sono per quelle di Gennaio.

Fare una previsione sull’apertura di lunedì è veramente difficile in questo contesto. I nostri analisti ritengono, tuttavia, che il prezzo tornerà a subire nuovamente gli influssi fortemente negativi provenienti dallo stato dell’economia europea e americana che, non dimentichiamolo, sta affrontando le difficili trattative sul “fiscal cliff”. Tuttavia, dovesse acuirsi il conflitto in Medio Oriente, riteniamo verosimile la forchetta tra 1$ e 5$ di apprezzamento.

Questo articolo è una analisi e non è da intendersi in alcun modo come invito a investire o disinvestire in titoli, materie prime o altri prodotti finanziari.

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