Venerdì invece qualcosa è cambiato, il caccia turco abbattuto dai siriani non ha ricevuto nessun avvertimento, non è stato illuminato da nessun radar di ricerca e inseguimento, è stato abbattuto senza nessun preavviso. Così Erdogan e la Nato hanno deciso di attuare la stessa strategia che la Corea del Sud ha attuato con la Corea del Nord in occasione delle passate provocazioni mortali di Pyongyang, e cioè non reagire immediatamente ma cambiare le proprie regole d’ingaggio in modo tale da rendere chiaro al nemico, perchè oggi la Siria è il nemico, che al prossimo incidente, alla prossima provocazione, al prossimo proiettile sparato intenznalmente o meno, la Turchia reagirà rapidamente, duramente e in modo automatico. Così da oggi se un aereo turco sarà fatto oggetto delle minacce della contraerea siriana la batteria responsabile verrà attaccata e probabilmente distrutta. Ma non solo, il primo ministro Erdogan ha chiarito che le truppe siriane saranno ritenute da oggi una minaccia, una minaccia anche solo se le truppe di Damasco si avvicineranno alla frontiera con la Turchia verranno ritenute un obiettivo militare legittimo. E questa è una grande differenza tra la Siria e la penisola Coreana. I siriani si avvicinano frequentemente alla frontiera con la Turchia in particolare quando inseguono esponenti dell’opposizione armata che cercano rifugio oltre confine. In uno di questi inseguimenti in passato colpi d’arma da fuoco avevano ferito alcuni profughi in un campo su suolo turco. È forse questo l’aspetto più pericoloso delle nuove regole di ingaggio decise da Ankara.