Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il coreano Ban Ki Moon, è stato contattato dal nostro ministro degli esteri affinché le Nazioni Unite mettano in agenda una discussione, e possibilmente una risoluzione, che prenda in esame il caso dei nostri due fucilieri di marina prigionieri da due anni, in maniera illegittima, in India.
Il nostro paese che ha contribuito, e che continua a contribuire, con migliaia di uomini ad operazioni delle Nazioni Unite ovunque nel mondo si sarebbe aspettato un interessamento del Palazzo di Vetro nel caso dei Marò. Il nostro paese si sarebbe aspettato non tanto una difesa dei nostri due militari, ma il rispetto del diritto internazionale, quel diritto e quelle leggi che l’India viola da due anni. I nostri Marò erano presenti sulla petroliera italiana Enrica Lexie in base ad una risoluzione delle Nazioni Unite varata per contrastare i pirati che infestano l’Oceano indiano il Mare Arabico e le acque al largo della Somalia. Pirati che hanno sequestrato decine di navi causato la morte di numerosi marinai e investito i proventi dei sequestri per finanziare il terrorismo internazionale. In questo quadro operavano i nostri Marò. Come può il Segretario Generale delle Nazioni Unite dire che questa è una questione bilaterale tra India e Italia, come può Ban Ki Moon non esigere il rispetto delle regole comuni di convivenza e quindi del Diritto Internazionale, come fanno le Nazioni Unite a non difendere due soldati che agivano in base ad una risoluzione del Palazzo di Vetro.
In questa condizione l’Italia ha una sola possibilità, le stesse Nazioni Unite non ci lasciano alternativa, lo stesso Ban Ki Moon ci obbliga ad un passo decisivo ed irrevocabile.
Dobbiamo ritirare tutte le truppe in missione per conto delle Nazioni Unite.
Dobbiamo richiamare in patria ogni unità navale, aereo o mezzo di terra concesso al comando unificato delle Nazioni Unite.
Dobbiamo negare l’utilizzo di qualsiasi infrastruttura militare o civile italiana alle Nazioni Unite e alle forze che operano per il Palazzo di Vetro.
Ban Ki Moon con il suo menefreghismo non ci lascia alternativa, non siamo schiavi al servizio di nessuno, men che meno al servizio di una struttura sovranazionale come l’Onu che non prova nemmeno a difendere dall’ingiustizia chi operava per dare vigore ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza.
L’Italia ha una maniera rapida per ritirare le proprie truppe e i propri mezzi, non votare il rifinanziamento delle missioni, finanziamento che scade nelle prossime settimane e che il parlamento sta esaminando in questi giorni.
Il tempo delle parole è finito, bisogna agire e l’Italia questa volta agirà, ne siamo certi.
Ragazzi resistete in India non vi lasciamo.