GeopoliticalCenter, Geopolitica, Strategia, Analisi Economiche

La Turchia pronta a dotarsi di capacità missilistiche balistiche

La proliferazione in medio oriente è cominciata, non ancora la proliferazione delle armi nucleari ma la proliferazione missilistica quella sì. Fonti turche riferiscono che i vertici politici e militari della Turchia avrebbero definito un programma missilistico balistico Made in Turchia. Ad oggi la Turchia non possiede capacità balistiche a differenza di altri paesi dell’area come Israele e l’Iran. La decisione turca prevederebbe la creazione di una base per la messa in orbita di satelliti che avrebbe una doppia valenza, civile e militare. Nello stesso contesto è infatti possibile sviluppare sia la tecnologia necessaria a sviluppare missili balistici per scopo militare, sia la tecnologia che consente con gli stessi vettori di mettere in orbita satelliti artificiali. La decisione turca di iniziare un programma missilistico, che dalle nostre fonti pare ambizioso con il progetto di sviluppare in prima istanza un missile con un raggio d’azioni di 2500 km per poi sviluppare vettori a più lunga gittata, sembra determinata dai notevoli passi avanti nel campo missilistico dell’Iran che non viene più visto come un paese alleato, dalla presenza di Israele, che possiede capacità missilistiche con raggio presunto superiore ai 5000 km, e dall’attivismo dei sauditi che stanno cercando di procurarsi nuovi vettori balistici cinesi per sostituire gli ormai superati cinquanta missili CSS-2 nella disponibilità dei sauditi dalla fine degli anni novanta. Altro fattore che potrebbe aver spinto la Turchia ad agire da sola nello sviluppo di missili balistici potrebbe essere la riluttanza americana ad appoggiare una rappresaglia di Ankara nei confronti della Siria dopo l’abbattimento del caccia F4-E. Voci insistenti riferiscono di pressanti richieste di Erdogan all’alleato americano di intervenire al fianco della Turchia in un raid contro le difese aeree siriane, richieste puntualmente respinte dal presidente americano. Il venir meno della certezza della presenza degli americani al proprio fianco, la proliferazione missilistica nell’area, le contese territoriali e sulle risorse naturali con Israele nelle acque dell’isola di Cipro e la rinascita della Russia hanno accelerato in modo improvviso il desiderio di Erdogan di dotarsi di una adeguata componente missilistica.
Pensate cosa potrebbe succedere nell’area se l’Iran divenisse una potenza atomica, la stessa proliferazione, lungo le stesse direttrici avesse come protagonisti non i missili balistici ma letali armi di distruzione di massa.