La Turchia, in passato, aveva già richiesto alla NATO l’invio sul proprio suolo di batterie Patriot in due occasioni. La prima fu in occasione dell’invasione del Kuwait da parte dell’Irak di Saddam Hussein, la seconda in occasione della seconda guerra del Golfo, quando le basi radar in Turchia così come la base aerea di Incirlik potevano essere bersaglio della rappresaglia del Rais iracheno.
Oggi la Turchia chiede i Patriot per la terza volta, ma a quanto sembra dalle indicazioni in nostro possesso non sarà solo l’ Olanda, come fu in passato, ad inviare le batterie che servono ai turchi. Questa volta i siti da difendere sono molteplici comprese alcune aree metropolitane e anche i tedeschi potrebbero partecipare alla difesa del suolo turco con l’invio di proprie batterie di missili Patriot. In questa luce si puó leggere la visita del Primo Ministro Erdogan in Germania, e la freddezza con la quale il cancelliere Merkel ha accolto il Capo del governo turco. Merkel che del non interventismo militare ( in campo economico la cancelliera è tutt’altro che pacifista ) ha fatto un dogma. La Germania sarà tuttavia costretta ad inviare le proprie batterie in Turchia, onde evitare che in caso di escalation che la Turchia invochi direttamente l’articolo 5 del trattato di Washington e coinvolga direttamente anche la Germania nella guerra mediorientale.
L’arrivo dei Patriot NATO in Turchia si aggiunge un ulteriore tassello della preparazione turca ad un conflitto regionale.
Mentre la Federazione Russia ammonisce l’occidente di non intervenire direttamente nella crisi siriana e allo stesso tempo l’azienda di stato degli armamenti Rosoboronexport starebbe valutando forniture militari in un altro scacchiere dove l’occidente si prepara ad un intervento: il Mali, ma questa è un’altra storia……