Il gruppo navale composto dal caccia della marina russa Admiral Chabanenko da cinque navi da trasporto e sbarco anfibio e unità di supporto è entrato due giorni fa nel mediterraneo attraversando lo stretto di Gibilterra. Il gruppo navale, che proveniva dalle basi nel Mar Baltico e nel Mare del Nord, si è riunita oggi con le unità provenienti dal Mar Nero, che comprendono l’incrociatore lanciamissili Smetlivy e due unità da sbarco anfibio, più le unità di supporto. Si è così composta una Task Force di undici navi militari russe che potenzialmente trasportano 3000 fanti di marina oltre ad un centinaio di veicoli corazzati ( carri armati, veicoli di trasporto truppe, artiglieria contraerea missilistica semovente ). Diciamo potenzialmente perchè il ministero della difesa russo che in occasione di questa missione è stato particolarmente prodigo di informazioni sulla composizione della Task Force e della sua posizione, non ha invece fornito alcuna informazione riguardante il tipo di carico e il numero di truppe a bordo delle navi da sbarco. Contestualmente all’arrivo nelle acque del mediterraneo della flotta russa registriamo le dure dichiarazioni del ministro degli esteri russo Lavrov, il quale ha accusato apertamente e senza giri di parola gli Stati Uniti di essere dei sostenitori del terrorismo in terra siriana, le parole esatte sono state:”questa è una diretta giustificazione del terrorismo”, commentando le dichiarazioni della portavoce del dipartimento di stato Victoria Nuland, la quale aveva affermato che in queste situazioni è normale attendersi attentati come quello della scorsa settimana a Damasco che ha provocato la morte del ministro della difesa e degli interni siriani. Una dichiarazione, quella di Lavrov, con la quale la Russia alza la voce e accusa gli Stati Uniti di essere parte attiva nel conflitto siriano. Questa posizione è particolarmente grave in quanto pone le basi per un intervento più diretto della Federazione Russa nella crisi siriana. Intervento che potrebbe concretizzarsi con la “necessità” di difendere le installazioni russe nella base di Tartus, magari con uno sbarco in grande stile da parte delle forze anfibie russe sulle coste della Siria Alawita.
Vi riportiamo anche le dichiarazioni dello stato maggiore della flotta russa, per bocca del vice ammiraglio Viktor Chirkov, il quale ha affermato che nessuna nave militare russa di questa Task Force navale attraccherà nel porto di Tartus, in quanto non previsto dal piano di missione. L’ammiraglio ha però confermato che a bordo si trovano Marines russi in assetto di combattimento. Le dichiarazioni sono riportate dalla agenzia di stampa RiaNovosti. Sarebbe interessante capire cosa prevede il piano di missione di queste esercitazioni per la fanteria di marina a bordo delle navi da sbarco, e quale sia la motivazione di far stazionare migliaia di uomini su datate navi militari nella torrida estate mediterranea senza che essi abbiano un compito assegnato. Attendiamo di vedere se l’alto comando della flotta russa fornirà spiegazioni riguardanti i compiti dei Marines a bordo delle unità da sbarco nel mediterraneo orientale.