La strana storia di un dissidente cinese e del petrolio dell’Iran
Un dissidente cinese agli arresti domiciliari è riuscito misteriosamente a raggiungere ed a trovare asilo nella sede diplomatica americana a Pechino. Una storia che potrebbe alterare in modo profondo gli equilibri nel Golfo Persico.
I cinesi hanno reagito in malo modo all’asilo offerto a questa persona presso l’ambasciata americana in Cina. Non con comunicati ufficiali o con proteste formali, ma forse attivandosi per acquistare gran parte del petrolio iraniano ora stoccato sulle petroliere iraniane alla fonda. Se queste indiscrezioni non ancora verificate sui mercati internazionali, dovessero essere confermate gli equilibri di forza tra Iran e Usa potrebbero variare così come potrebbero variare gli effetti reali delle sanzioni volute dal presidente Obama.
Così una operazione “umanitaria” e per il “rispetto dei diritti” umani, rischia di trasformarsi in una crisi internazionale sul terreno dove ora Obama rischia di più. I segnali che giungono dalla Cina sono chiari già da alcune settimane. La Cina è nervosa, nervosa per la perseveranza americana, del congresso in particolare, nelle spese militari, spese finanziate con titoli di stato per buona parte in mano cinese, nervosa per l’appoggio di Obama ai dissidenti cinesi, nervosa per l’aiuto americano ai paesi che si affacciano sul mar cinese meridionale e oggi non è ancora in grado di opporsi alle forze convenzionali americane a distanza dalle coste della madrepatria. Il segnale più chiaro da parte cinese è giunto osservando l’appoggio, pubblico e totale, alla Corea del Nord che ha lanciato un missile balistico e si appresta ad un test atomico nei prossimi giorni. Un appoggio che evidenzia la frattura tra la Cina e gli americani.
Allo stesso tempo Obama ha dichiarato il Pacifico zona di principale interesse strategico per gli Usa. Il giardino di casa dei cinesi che diventa zona primaria di interesse e, mentre i primi Marines sbarcano in Australia, le forze navali americane si addestrano con gli indiani, i filippini e su scala molto minore addirittura coni vietnamiti, un noto dissidente del regime cinese viene accolto in ambasciata. Potrebbe essere l’episodio che cambierà l’atteggiamento di Pechino. E il punto debole di Obama oggi si scrive Iran e si legge Petrolio che si traduce in elezione.
Dando respiro al regime iraniano, acquistando il petrolio invenduto ora depositato sulle navi, la Cina esprime concretamente al presidente Obama la propria potenza economica e politica, in attesa di mettere sul piatto della bilancia nei prossimi anni anche quella militare.
Aggiornamento del 2 maggio 2012 ore 10.00 GMT
Il dissidente cinese Chen ha lasciato pochi minuti fa e “di sua spontanea volontà” l’ambasciata degli Stati Uniti d’America dove si era rifugiato sei giorni fa.