La Crimea vota per la propria indipendenza
Si vota oggi in Crimea per il referendum che pone agli abitanti della penisola sul Mar Nero il quesito relativo all’indipendenza della regione.
I seggi si sono aperti alle ore 0700 ora di Roma e si chiuderanno dodici ore dopo.
L’affluenza della popolazione al referendum dovrebbe essere differente a seconda dell’etnia di appartenenza. Russi ed ucraini dovrebbero partecipare in massa al voto, i primi per esprimere un parere positivo, i secondi per cercare di far sentire il proprio dissenso. La terza etnia presente in Crimea, e cioè i Tatari, hanno annunciato che non parteciperanno al voto, come per la verità alcune correnti della popolazione di etnia ucraina.
Il risultato di questo referendum dovrebbe essere ampiamente a favore dell’indipendenza della Crimea e della successiva annessione, con ampie autonomie, alla Federazione Russa.
Ieri il parlamento post rivoluzione di Kiev ha sciolto il parlamento della Crimea e ha avviato le procedure per indire elezioni locali. Questa mossa non avrà nessun impatto diretto sul futuro della Crimea e non potrà modificare lo status che la Crimea avrà dalla mezzanotte di oggi, tuttavia ciò potrebbe servire al governo di Kiev per attuare pressioni verso Simferopoli in istituzioni sovranazionali, come ad esempio le Nazioni Unite.
Dopo la proclamazione dei risultati del referendum la Crimea sarà nei fatti indipendente, avendo il parlamento già deliberato giovedì scorso sulla questione. Da quel momento la Crimea avrà la completa sovranità sul proprio territorio e il governo di Simferopoli potrebbe ordinare alle truppe ucraine presenti nella penisola di uscire dalle caserme e lasciare, senza armi, il territorio della Repubblica di Crimea. Kiev, secondo il nostro gruppo, darà ordine alle truppe fedeli al governo post rivoluzione di non arrendersi, di non lasciare le caserme e di non accettare l’ordine delle autorità della Crimea di lasciare le penisola.
Potrebbe iniziare una fase di forte tensione tra le truppe ucraine in Crimea e le truppe russe che circondano le basi militari fedeli a Kiev. Tensione che va a sommarsi agli scontri nella parte orientale dell’Ucraina dove filo russi e nazionalisti ucraini si scontrano con sempre maggiore violenza impiegando nelle ultime notti di scontri anche bottiglie incendiarie ed armi da fuoco.
La giornata di domani sarà quindi da seguire in maniera puntuale al fine di cogliere quei segnali che ci permettano di anticipare un repentino aumento della tensione in un’area dove si sono ammassate ingenti forze militari russe (Crimea e frontiera orientale dell’Ucraina) così come unità dell’esercito di Kiev.
Stasera, invece, non appena saranno resi noti i risultati della consultazione referendaria sarà nostra cura informarvi sulla scelta effettuata dalla popolazione di Crimea.
Comment(2)
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Secondo me, all’ordine di deporre le armi ed andarsene, se ne vanno e zitti.
Ma avete notato come rischiamo di prenderci un Ucraina piagnona e parassita?
Sono continuamente a fare le vittime con frasi del tipo “i russi ci invadono”, “un elicottero russo ha violato lo spazio aereo”, “soldati russi entrano” ecc ecc.
Ce l’avete l’esercito? Allora invece di far pena pensando che poi tutto il mondo sia li a dire “poverini” difendetevi da soli.
L’Europa si va a prendere un grosso problema, altro ché successo politico. Per i nostri politici forse si, ma per noi del popolo che dovremmo pagare le tasse per far entrare l’Ucraina è un insuccesso totale.