Israele e l’Azerbaijan due paesi che condividono un timore comune, il rischio che i vicini coalizzati contro di loro determinino la rovina del proprio paese. Ma i punti di contatto non si fermano a un generico rischio per l’integrità della propria patria, anche un paese, forse il più pericoloso è un nemico comune, questo paese è l’Iran.
I rapporti tra Baku ed Tehran si sono deteriorati in maniera irreparabile dopo che l’Iran per mano del Presidente Ahmadinejad ha firmato un accordo, immediatamente attuato, per la costruzione di un gasdotto che dall’Iran ha attraversato il territorio armeno e che ha notevolmente migliorato la situazione energetica dell’Armenia rendendo così il maggior nemico degli azeri ancora più forte e temibile.
Nel recente passato a Baku, è stato sventato dalle forze di sicurezza dell’ Azerbaijan, un attentato contro personale diplomatico israeliano e ventidue persone, alcuni cittadini iraniani altri cittadini azeri che davano supporto agli iraniani, sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo.
E’ di questi giorni infine la notizia di un’importante accordo militare tra Israele e l’Azerbaijan, accordo del valore di 1.6 miliardi di dollari, cifra notevolmente importante, ma ancora più importati sono le tipologie di sistemi che Israele si prepara a trasferire a Baku. Tra i veri sistemi vogliamo mettere in evidenza la cessione di due radar di ricerca e inseguimento tra i più sofisticati al mondo, cuore del sistema antimissilistico multi strato di Israele, parliamo del Radar Green Pine.
Questo radar rappresenta lo stato dell’arte nella sua categoria e la cessione non di uno ma di due sistemi Green Pine permette all’Azerbaijan di disporre di un sistema di scoperta a lungo raggio in grado di vedere profondamente all’interno del territorio nord orientale dell’Iran e garantire una difesa eccellente contro ogni minaccia aerea, indirizzata verso Baku. Dell’accordo farà parte anche una fornitura di sistemi missilistici ma non è ancora possibile chiarire quale sia il tipo di sistema missilistico. Saranno ceduti inoltre sistemi di comunicazione e droni.
In cambio di questa incredibile fornitura di tecnologia l’Azerbaijan potrebbe permettere alle forze armate israeliane di operare sul proprio territorio basi operative avanzate, in particolare nel campo dell’intelligence e dell’aviazione. Parliamo in particolare dell’aviazione in quanto l’ Azerbaijan dispone di quattro grandi aeroporti dell’era ex-sovietica ora in disuso e ripristinabili con piccolo sforzo nel giro di poche settimane, per essere dedicati alle attività delle forze aeree di Israele e dei nuovi droni azeri.
Se questa è la situazione gli iraniani sono alle prese con un problema in più, e cioè capire dove si dirigeranno i caccia di Tel Aviv dopo un eventuale raid sui siti nucleari iraniani. La difesa aerea di Tehran, infatti è estremamente carenze nell’area caucasica, ritenuta da sempre fonte di una debole minaccia. Nei piani di risposta ad un eventuale attacco israeliano la contraerea di Tehran riveste un ruolo fondamentale, non solo per cercare di opporsi alla riuscita dell’attacco, ma anche per cercare di abbattere i velivoli nemici subito dopo lo strike, quando la loro posizione risulta maggiormente esposta. Per fare questo diverse batterie sono state posizionate in modo da coprire le possibili rotte di uscita dei caccia israeliani. Ora però potendo disporre degli aeroporti in Azerbaijan le rotte di uscita si sono moltiplicate ponendo un importante problema di allocazione delle risorse agli strateghi della difesa aerea iraniana. Senza contare che i sistemi antiaerei in Azerbaijan potrebbero ingaggiare gli eventuali intercettori iraniani che si alzeranno in volo per dare la caccia agli aerei di Israele, i quali per evidenti problemi di scarsità di carburante, non possono impegnarsi in combattimenti aerei, se non di brevissima durata.
L’ Azerbaijan, una piccola repubblica ex-sovietica, snobbata da larga parte della comunità internazionale, potrebbe essere oggi una nazione chiave nello scacchiere geopolitico che circonda l’ Iran.