Iran e Turchia : ieri alleati, oggi avversari, domani nemici.
L’Iran e la Turchia, due grandi stati che un tempo si ignoravano, ma che negli ultimi anni dopo la salita al potere del partito del primo ministro Erdogan e del presidente Gul, anche a causa dell’esclusione voluta dai tedeschi di Ankara dalla comunità europea, hanno iniziato un percorso di avvicinamento basato sugli scambi commerciali e sul contenimento dello stato israeliano. In questi anni Turchia e Iran hanno incrementato in maniera cospicua gli interscambi commerciali, hanno condotto operazioni congiunte contro gli indipendentisti curdi, hanno difeso reciprocamente, nelle sedi internazionali, gli interessi dell’alleato, gli iraniani sostenendo le tesi turche per la sovranità di Cipro e i turchi sostenendo il diritto di Tehran allo sviluppo di una industria nucleare. Poi è arrivata la crisi in Siria, i massacri dei civili, la repressione cruenta del regime, ed in questo caso, la Turchia ha scoperto il lato oscuro del regime di Tehran, pronto a condannare Israele per le azioni contro i palestinesi, ma determinato a sostenere e non solo a parole, la repressione di Assad verso una parte del prorpio popolo. È proprio in questo frangente che i rapporti tra Turchia ed Iran iniziano a raffreddarsi, la Turchia accetta poi di ospitare sul proprio territorio un radar americano, fondamentale per il sistema antimissile che cercherà di difendere Europa e medio oriente dalla minaccia missilistica degli Shahab 3 iraniani. Il radar in questione è un radar mobile ed è gia stato installato in Turchia, dove ha iniziato a controllare lo spazio aereo di una regione sterminata arrivando fino ai cieli di Theran. E qui sono iniziate le minacce dei vertici militari iraniani che hanno pubblicamente annunciato che ritengono la base radar in territorio turco un bersaglio legittimo di una eventuale rappresaglia in caso di attacco delle forza armate americane al programma atomico dell’Iran.
Dopo queste dichiarazioni le operazioni congiunte nei confronti dei curdi sono state sospese, ma non i commerci e le importazioni di idrocarburi, questo neanche dopo le sanzioni americane all’industria petrolifera di Teheran. L’alleanza, diventò semplice amicizia.
Poi la situazione in Siria precipitò, migliaia di morti, violenze sommarie crimini contro l’umanità. La Siria spostò i propri missili,lo fece in pieno giorno per farlo sapere al mondo intero. I missili che avevano come unico bersaglio Israele ora vengono puntati contro la Turchia; Turchia che arma e protegge i ribelli siriani li ospita per curarli, fornisce a loro informazioni per coordinarsi ed agire. In questo quadro l’Iran si è schierato dalla parte della Siria, e si è schierato ancora più decisamente con Al Assad quando la Turchia ha minacciato di occupare una parte nel nord est del paese di Al Assad, quando il dittatore ha concesso ai separatisti curdi il controllo di quelle regioni, e ha aperto i depositi delle armi dell’esercito per armare i curdi stessi. In quella occasione l’Iran ha ricordato ai turchi che esiste un patto di mutuo soccorso tra Siria e Iran in caso di attacco militare straniero, e che Tehran avrebbe attivato questo patto in caso di una invasione turca di parte della Siria. Pochi giorni dopo 45 iraniani furono rapiti a Damasco sulla strada per l’aeroporto, l’Iran afferma siano pellegrini, pellegrini molto coraggiosi aggiungiamo noi, i ribelli parlano di miliziani iraniani venuti a dar man forte ad Al Assad. In questa situazione di caos l’Iran annuncia che ritiene la Turchia responsabile per l’integrità fisica dei cittadini iraniani prigionieri dei ribelli, sottintendendo un diretto controllo di Ankara nei confronti delle milizie dei ribelli siriani.
E gli amici divennero avversari.
Il futuro, il futuro prossimo, potrebbe trasformare gli avversari di oggi in nemici, nemici che si confronterebbero non solo indirettamente. Parole sibilline sono state pronunciate nei giorni scorsi a Tehran, parole che avvertono la Turchia. In queste dichiarazioni Tehran ha avvertito la Turchia che dopo la caduta del regime di Al Assad la violenza avrebbe contagiato il territorio turco, riferimento non tanto velato ad una guerra vera e propria con i ribelli curdi sostenuti dalle armi che un tempo erano di Al Assad, e con l’assistenza degli alleati di Tehran. Queste parole hanno probabilmente modificato per sempre i rapporti tra Ankara e Theran e se le minacce diventeranno realtà gli alleati di ieri si saranno trasformati nei nemici di domani.