In attesa del lancio del missile balistico intercontinentale della Corea del Nord programmato per la mètà del mese di aprile GPC vi offre un rapido excursus sulle potenzialità belliche del regime di Pyongyang, una nazione affamata, nel senso letterale della parola, ma in possesso di una capacità bellica degna di grande considerazione capacità militare.
La Corea del nord possiede un esercito estremamente numeroso con un numero di effettivi mobilitabili stimato in circa un milione di uomini, ma nella guerra moderna non é il numero degli effettivi che fa la differenza ma i sistemi d’armi che si hanno a disposizione. Sotto questo punto di vista la Corea del Nord ha fama di non essere un paese all’avanguardia della tecnologia bellica, ma questa fama non è del tutto meritata. Lo stato comunista del nord infatti possiede anche sistemi d’arma moderni in tutti i campi della difesa, dall’aeronautica alla marina, dall’aviazione alla missilistica, però il regime difficilmente diffonde informazioni ed immagini riguardanti i sistemi a più alta tecnologia. Ciò avviene anche nel campo della ricerca nucleare. Un paio di anni fa durante uno dei piedi di distensione tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti, un piccolo gruppo di ispettori dell’ IAEA furono ammessi in un sito di arricchimento dell’uranio. Una volta tornati in patria gli ispettori raccontarono di un centro con tecnologia all’avanguardia, paragonabile ai migliori centri di ricerca del mondo occidentale, con centrifughe di ultima generazione e sistemi informatici moderni. Ecco questo può essere il paradigma della Corea del Nord una casa con la facciata trasandata e all’interno un paio di stanze su dieci degne di una reggia.
Il medesimo schema comportamentale si può osservare nelle forze armate, il cui grosso è formato da vecchi sistemi risalenti alla guerra fredda ma dove non mancano armamenti moderni, sia nel campo dell’artiglieria che dei sistemi missilistici visto che la Corea del Nord possiede migliaia di missili in grado di raggiungere la totalità del territorio del Sud con ottima precisione e decine di migliaia di missili non guidati in grado di portare la devastazione su aree vaste e densamente popolate come la capitale Seoul. Anche le forze sottomarine non sono da sottovalutare, sia per le caratteristiche dei siluri, sia per il coraggio e la preparazione degli equipaggi, cosa che compensa in gran parte l’obsolescenza dei sottomarini in dotazione. Anche l’aeronautica nord coreana si basa su velivoli di seconda generazione risalenti agli anni 70, ma non mancano, anche se poco publicizzati numerosi esemplari di aerei moderni come gli intercettori Mig-29
In sintesi il potenziale bellico della Corea del Nord in ambito regionale e ancor di più micro-regionale è temibile, tuttavia non in grado di sopportare un lungo periodo di conflitto in particolare in condizioni invernali, vista la cronica carenza di energia e carburante della nazione comunista. In caso di una guerra totale con la Corea del Nord i sud coreani devono mettere in conto la pressochè certa distruzione totale della capitale Seoul e il probabile serio danneggiamento dei principali distretti industriale della regione ad opera delle forze missilistiche del Nord; la possibile invasione delle isole di confine sul mar giallo; possibili gravi perdite all’aviazione nel caso questa si spingesse ad operare nelle prime fasi del conflitto molto all’interno del territorio nord coreano; non da ultimo bisogna tenere presente che nel caso la guerra vedesse emergere chiaramente la vittoria delle forze sudcoreane-statunitensi tanto che queste fossero in grado di arrivare nei pressi della capitale del Nord è da ritenersi quasi certo l’intervento diretto delle forze armate cinesi, non tanto a difesa del’alleato, ma al fine di non perdere l’importante stato cuscinetto che la Corea del Nord rappresenta.
Il confine tra Corea del Nord e Cina, infatti, rappresenta l’unica frontiera di terra attraverso la quale il suolo cinese può essere direttamente minacciato, senza la presenza di sostanziali ostacoli naturali. Se la Cina perdesse il suo stato cuscinetto, ingenti risorse per le spese militari andrebbero destinate alla difesa di tale zona riducendo le possibilità di power-projection in ambito regionale e mondiale.