La settimana appena passata si è chiusa con due eventi molto importanti: il downgrade dell’Inghilterra e le elezioni politiche italiane. Questi due eventi avranno modo di esplicitare la loro forza a partire dall’apertura di lunedì 25 febbraio. In particolar modo i primi esiti delle elezioni italiane (exit poll) giungeranno in piena seduta di borsa americana.
Non ci occuperemo delle elezioni italiane in sè, è nostra abitudine non commentare la politica di italiana, e tuttavia non è possibile ignorare il fatto che all’estero guardino con interesse e a tratti con preoccupazione a questa tornata elettorale.
Dal punto di vista degli analisti finanziari (stranieri) il timore è che le riforme economiche avviate da Mario Monti (premier non eletto), sebbene insufficienti, possano essere rese ulteriormente inefficaci dalla prossima maggioranza che uscirà dalle urne elettorali. Il timore chiaramente passa attraverso una maggiore instabilità percepita da parte dei mercati e che si rifletterà nell’aumento del tanto temuto spread.
Quindi oggi all’apertura della borsa americana lo scenario potrebbe essere quello di un rafforzamento del dollaro per il combinato effetto del downgrade britannico (USD – GBP) e per l’incertezza derivante dalle elezioni italiane (USD – EUR).
Uno sguardo anche alle commodities. In particolare il petrolio, dopo aver perso terreno per diverse sedute consecutive, ha chiuso la settimana passata in rialzo (adesso è a quota 93$). I nostri analisti non credono che le vicende di cui sopra potranno influire sul corso del petrolio, se non marginalmente attraverso l’effetto valutario del cambio dollaro – euro.
In ogni caso, al di là delle vicende europee, sullo sfondo continuerà ad influire la debolezza generalizzata dei principali indicatori macro economici. A questo punto i mercati dovrebbero aver già scontato la parte principale, tuttavia gli effetti potrebbero ancora riverberarsi nelle prime sedute della settimana entrante. A conti fatti dunque, gli occhi degli intermediari saranno tutti puntati sull’Italia.
Come ogni nostro articolo in ambito finanziario, non costituisce alcun invito a investire o disinvestire in titoli, obbligazioni o altri strumenti finanziari.