Il piano del ministro Terzi pare però essere fallito già all’inizio a causa di due problemi principali. Il primo di ordine logistico, risulta infatti complesso reperire tremila uomini da inviare rapidamente e completamente disarmati in Siria. Abbiamo ricordato disarmati perchè secondo le regole sancite dalle Nazioni Unite spetta a Damasco la protezione degli osservatori e sarebbe impossibile per il regime di Assad fornire uomini e mezzi per dare garanzia di protezione agli osservatori senza ridurre in modo significativo le capacità operative delle proprie forze armate. Il secondo problema è di ordine politico e si manifesterebbe in seno al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Poniamo il caso che la Russia accetti la proposta del ministro Terzi, fatto decisamente improbabile, a questo punto Mosca potrebbe offrire propri uomini per formare la squadra di osservatori, essendo impossibile drenare tremila uomini da quelli che oggi presidiano le Alture del Golan occupate da Israele come è per i trecento osservatori oggi inviati in Siria. L’Iran come membro delle Nazioni Unite potrebbe offrire anch’esso uomini per il gruppo di osservatori. A questo punto ci troveremmo in Siria con una missione ONU divisa al suo interno e con il rischio di un esponenziale aumento della tensione tra Russia e Stati Uniti.
Ecco perchè il piano del ministro Terzi non è attuabile e per la Siria non si intravede al momento alcuna soluzione, diplomatica o militare che sia.