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Il ministro degli Esteri italiano: portare a tremila gli osservatori in Siria

Il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi di Sant’Agata, ha proposto alcuni giorni fa un cambio radicale dell’approccio delle Nazioni Unite nei confronti della crisi Siriana. Il ministro ha proposto di portare il numero di osservatori attualmente operanti in Siria da trecento a circa tremila. Un cambio di ordine di grandezza che potrebbe dare alla missione in Siria un significato molto più concreto. La Siria è un paese molto vasto e nel quale le aree di crisi sono molteplici. I trecento osservatori delle Nazioni Unite oggi presenti ( a dire il vero ad oggi gli osservatori internazionali operativi sono poco più di cento ) non riescono a coprire efficacemente le varie parti del paese mediorientale e le sue grandi città : Damasco, Ibdil, Aleppo Homs e Hama, per non parlare della parte orientale del paese della quale non si hanno che notizie frammentarie e dove la repressione potrebbe essere stata radicale.

Il piano del ministro Terzi pare però essere fallito già all’inizio a causa di due problemi principali. Il primo di ordine logistico, risulta infatti complesso reperire tremila uomini da inviare rapidamente e completamente disarmati in Siria. Abbiamo ricordato disarmati perchè secondo le regole sancite dalle Nazioni Unite spetta a Damasco la protezione degli osservatori e sarebbe impossibile per il regime di Assad fornire uomini e mezzi per dare garanzia di protezione agli osservatori senza ridurre in modo significativo le capacità operative delle proprie forze armate. Il secondo problema è di ordine politico e si manifesterebbe in seno al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Poniamo il caso che la Russia accetti la proposta del ministro Terzi, fatto decisamente improbabile, a questo punto Mosca potrebbe offrire propri uomini per formare la squadra di osservatori, essendo impossibile drenare tremila uomini da quelli che oggi presidiano le Alture del Golan occupate da Israele come è per i trecento osservatori oggi inviati in Siria. L’Iran come membro delle Nazioni Unite potrebbe offrire anch’esso uomini per il gruppo di osservatori. A questo punto ci troveremmo in Siria con una missione ONU divisa al suo interno e con il rischio di un esponenziale aumento della tensione tra Russia e Stati Uniti.

Ecco perchè il piano del ministro Terzi non è attuabile e per la Siria non si intravede al momento alcuna soluzione, diplomatica o militare che sia.