L’arma impiegata sembra essere un missile antiaereo spalleggiabile modello Strela. Un missile di costruzione sovietica molto simile allo stinger americano, arma posseduta in grandi quantità dall’esercito libico dell’era Gheddafi. Missili che sono caduti a centinaia nelle mani delle persone più disparate durante i giorni della caduta del regime libico. I servizi di sicurezza occidentali hanno cercato di recuperare gran parte di queste pericolose armi a suon di dollari e metalli preziosi, ma diverse decine di missili sono andate perdute. Alcuni sono comparsi nei pressi della frontiera tra Egitto e Gaza, altri sono magicamente spuntati in Siria e uno ha tracciato la sua caratteristica scia bianca ieri mattina nei cieli di Bengasi. Ma il bersaglio non era ideale per un missile Strela, i Predator o i Global Hawk, volano troppo alti per il limite di tangenza operativa degli Strela e la loro segnatura termica è troppo labile. Altra cosa sarebbe se i terroristi usassero gli Strela contro altri tipi di bersagli, i quali volassero entro i limiti di utilizzo di questa arma a corto raggio. Che gli Strela fossero finiti in mani sbagliate era molto probabile, oggi forse ne abbiamo avuto la conferma, sperando di non dover assitere ad un’altra strage per renderci conto che fornire armi agli estremisti, anche se temporaneamente hanno nemici comuni all’occidente, è una pericolosa partita a poker dove i bluff vengono tutti visti e dove il “leading from behind” è utile solamente per non vedere da che parte arrivano le minacce nei confronti dei paesi occidentali.