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I risultati del viaggio del ministro Bonino in Iran

Il ministro degli Esteri Emma Bonino, si è recata in visita ufficiale a Teheran, così come anticipato circa un mese fa al senato della Repubblica italiana, per rendere la visita effettuata a Roma dal Ministro degli esteri iraniano Zarif.
Durante il suo viaggio Emma Bonino ha incontrato lo stesso ministro Zarif, il presidente della Camera del parlamento iraniano Larijani, il Presidente Rohani e la vice Presidente Ebtekar.
Motivo del viaggio, fondamentalmente, è stato quello di riproporre l’Italia come partner commerciale privilegiato per la Repubblica Islamica Iraniana. Da sempre l’Iran svolge per l’Italia il ruolo di fornitore di greggio di alta qualità, greggio che a causa delle sanzioni arriva con estrema difficoltà nelle disponibilità di ENI. I rappresentati iraniani si sono mostrati disponibili a riprendere le esportazioni di greggio verso l’Italia ma in cambio, in questo particolare momento storico, vorrebbe due cose.
La prima è rappresentata da contratti a lunghissima scadenza, trentennali o cinqantennali. Tra dieci/quindici anni infatti potrebbe esistere un surplus di produzione petrolifera e potrebbe essere difficile ottenere, per i paesi esportatori storici di greggio, condizioni così favorevoli come ad esempio sono quelle attuali.
Il secondo desiderio iraniano è quello di avviare con l’Italia una collaborazione a tutto campo, una collaborazione che spazi dall’energia alle nuove tecnologie, dall’informatica alla ricerca universitaria, fino ad arrivare ad una potenziale collaborazione in campo della difesa.
Richieste quelle iraniane, che mirano ad estendere i legami internazionali verso l’occidente e verso l’Europa. Ma richieste che mirano anche a isolare il nemico storico degli Iraniani, e cioè lo stato di Israele.
Risulta infatti impossibile immaginare che un’Italia così legata a Teheran, non solo sotto il punto di vista delle necessità energetiche, ma coinvolta in scambi tecnologici e nel campo della difesa, possa essere ancora un solido alleato dello stato di Israele. Oggi l’Italia è legata ad Israele da una collaborazione molto simile a quella che desiderano instaurare con Roma gli iraniani. Israele e l’Italia collaborano a livello universitario, industriale, culturale e militare. Le condizioni poste dall’Iran per poter accedere al petrolio di Teheran costringeranno l’Italia a scegliere con quale dei due paesi potare avanti una relazione strategica a vasto raggio, mantenere lo steso livello di partenariato con entrambi questi paesi è semplicemente impossible, dovremo scegliere.
Il Ministro Bonino ha inoltre affermato che sarebbe necessario coinvolgere l’Iran in modo attivo nei negoziati sulla Siria in programma in Svizzera nelle prossime settimane.

Il ministro Bonino con il velo in Iran Foto tratta dal profilo Twitter di Abas Aslani direttore generale Fars News
Il ministro Bonino con il velo in Iran
Foto tratta dal profilo Twitter di Abas Aslani direttore generale Fars News
Di una cosa non ha parlato apertamente il ministro Bonino e cioè i diritti civili e le libertà personali per cui lei tanto si è battuta in occidente.
Mentre vengono difesi i diritti civili di diverse comunità, e mentre i leader europei, così come il presidente americano Obama, non parteciperanno alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali in Russia sempre in difesa dei diritti civili, un ministro della Repubblica Italiana si reca in Iran in visita ufficiale e lo fa a capo coperto, dando prova di rispetto per la legge locale, ma allo stesso tempo fornendo legittimità ad una norma che obbliga tutte le donne a conformarsi ad una scelta religiosa che dovrebbe essere ritenuta strettamente personale.
Con questo gesto, non la privata cittadina Emma Bonino, ma il Ministro della Repubblica Emma Bonino, mette in discussione tutte le rivendicazioni delle donne iraniane liberali e laiche, le quali a differenza del ministro Bonino e rischiano personalmente durante le proteste per i diritti civili, camminando per Teheran o nelle università senza il velo; e lo fanno non per sfidare una religione, non per oltraggiare Dio, ma per una scelta di libertà.
Ministro Bonino da lei, una radicale transnazionale, una persona che ha combattuto in patria per il divorzio, per l’aborto, per le libertà sessuali e di genere, che ha combattuto contro la pena di morte, per la liberalizzazione delle droghe leggere, da lei aspettavamo qualcosa di più, e non solo che continuasse impacciata a mettersi in ordine quel velo sulla testa.