È guerra in Ucraina, guerra vera, non più uno scontro tra milize. E in questa guerra vera informazione e disinformazione colpiscono ovunque: non solo il “nemico”, ma anche all’interno della nazione che ha dato origine alle informazioni false. In questa situazione il nostro gruppo di analisi geopolitica cerca oggi di fornirvi una fotografia, per quanto possibile obbiettiva, della situzione della guerra in Ucraina.
Vogliamo iniziare con quello che per noi è il fatto più significativo, e cioè l’avanzata filorussa verso Novoazovsk, piccola città portuale a 35 chilometri dalla frontiera russa, dove i soldati russi/filorussi hanno preso possesso del porto e, poche ore dopo, della cittadina. Novoazovsk è una città strategica per poi puntare su Mariupol che, come abbiamo scritto nel nostro post del 27 agosto c.m., è a nostro avviso il prossimo obbiettivo strategico di Mosca nella guerra in Ucraina. Dopo la cattura di Novoazovsk le forze filorusse hanno proseguito verso ovest, fino ai confini dell’Oblast di Donetsk, di cui Mariupol fa parte.
Ora le forze di Kiev controllano solo la strada litoranea: una volta interrotta tale arteria Mariupol sarà isolata, e in città potrebbero materializzarsi nuovamente gli indipendentisti. È escluso, a nostro avviso, un combattimento urbano a Mariupol in stile Donetsk.
L’altura strategica di Saur Moghile è nelle mani dei filorussi.
A Iloviansk invece le truppe ucraine del battaglione Donbass, il battaglione Dniepr 1, e un battaglione delle forze armate regolari sono bloccati in una sacca dai filorussi. Il governo di Kiev ha ripetutamente promesso rinforzi, che invece non sono mai giunti nella città del Donbass dove sono bloccate queste tre unità, ora a rischio di annichilazione.
A Donetsk continuano i tiri di artiglieria sulla città e le sue aree residenziali. Forze filorusse e governativi si rimpallano la responsabilità di questi bombardamenti.
A Lugansk dopo l’arrivo del convoglio umanitario russo continua la resistenza delle truppe ucraine all’aeroporto della città, ma ormai esse non ricevono rifornimenti regolari da circa una settimana.
Lungo la frontiera tra Russia e Ucraina non si registra, da ormai 3/4 giorni nessun movimento significativo di truppe russe, dopo che per oltre tre settimane avevamo assistito ad un costante arrivo di mezzi e uomini da Belgorod fino a Rostov sul Don.
Nel mentre ad ovest Kiev continua a rimettere in linea mezzi blindati, carri armati, elicotteri ed aerei che erano rimasti ad arrugginire nei depositi o all’esterno, un lavoro lungo ed impegnativo che potrebbe essere assistito da forniture di mazzi ex sovietici da parte dei paesi che ora sono nella NATO, come la Polonia, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, assistenza militare che Kiev ha richiesto espressamente alla Comunità Internazionale durante il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che si è tenuto ieri sera. La NATO, collettivamente, potrebbe autorizzare i singoli paesi a fornire supporto militare a Kiev, nel prossimo summit del 5 settembre a Cardiff.