Nella giornata di ferragosto la stampa generalista italiana così come la gran parte dei telegiornali nazionali, hanno riportato la notizia di un blogger Israelo-Americano che ha affermato di essere a conoscenza dei piani di attacco dello stato di Israele contro l’Iran. Il blogger, ritenuto attendibile dai mezzi di informazione, ha delineato un attacco in tre fasi, una prima fase nella quale un attacco informatico dalle proporzioni mai viste avrebbe paralizzato le difese dell’Iran, poi missili balistici colpirebbero i siti nucleari, poi “decine” di missili da crociera lanciati dai sottomarini avrebbero colpito varie infrastrutture militari e non dell’Iran. Ci dispiace per il blogger ma questo è solo gossip militare, e vi spieghiamo il perché:
1) la rete di difesa aerea dell’Iran si basa su una specie di “Tehran Ring”( cui nei primi giorni di settembre dedicheremo un’analisi approfondita ) sulla traccia di quello che era il “Moscow Ring” della guerra fredda. Un anello di radar per la difesa aerea che ha il suo centro poco a sud ovest della capitale iraniana. I radar i centri di comando e controllo e le batterie missilistiche a lungo raggio sono connesse da una rete a fibre ottiche, isolate dal mondo esterno e quindi non attaccabili per via informatica classica. Il sistema comunque non è completamente inattaccabile.
2) I missili balistici. Israele possiede, si stima, un centinaio di missili balistici, per lo più armati con armi nucleari che vanno dai 100 Kt fino a testate strategiche da 1 Mt. Essi costituiscono il fulcro della deterrenza nucleare di Israele, per attaccare efficacemente i siti iraniani servirebbero almeno 70 – 80 missili Jerico 2, l’80% dell’arsenale, assumendo naturalmente che le testate nucleari vengano sostituite con testate convenzionali. Il numero di missili da impiegare è così alto perché per prima cosa il CEP ( la precisione del missile espressa come errore circolare probabile ) dei Jerico 2 non è eccellente. Sono stati pensati per portare un’arma nucleare e quindi 80 metri di errore sono accettabili, errore non sufficientemente piccolo per attaccare installazioni sotterranee estremamente fortificate.
3) Che i sottomarini israeliani possano essere protagonisti dello Strike è una eventualità estremamente remota, sia per il numero dei sottomarini utilizzabili nel Golfo Persico e cioè uno (1) sia perchè i sottomarini in possesso di Israele possono essere armati con un numero esiguo di missili da crociera, si pensa ad un numero compreso tra otto e dodici, missili da crociera non pensati per la distruzione di obiettivi fortificati impiegando armamenti convenzionali. I sottomarini di Israele e i loro missili da crociera sono pensati sia come elementi per il controllo delle acque nei pressi di Israele, sia per portare squadre speciali oltre le linee nemiche, sia per dotare lo stato ebraico di una capacità di secondo colpo nucleare ( Second Strike ).
Questi fatti e il grande credito dati dalla stampa ad un blogger che ha dimostrato di non conoscere nemmeno le capacità belliche dei sistemi d’armi di Israele ci fa vedere il basso livello di preparazione in materia della stampa internazionale e italiana. Se Israele attaccherà l’Iran non sarà sicuramente nel modo spiegato dal blogger in questione. Se alla stampa italiana servisse qualche consulenza GPC e il suo team sono a disposizione.