A Gaza la tregua è impossibile. La tregua è impossibile perchè mentre si parla di cessate il fuoco da più parti arrivano segnali che dimostrano quanto l’accordo raggiunto sarebbe precario e foriero di un indebolimento della posizione israeliana non solo nella zona confinante con la Striscia di Gaza ma nell’intera regione.
I fatti sono chiari anche in una condizione di caos estremo che pervade i rapporti di forza le alleanze e le relazioni diplomatiche dei paesi dell’area e delle potenze mondiali.
L’Egitto: l’Egitto è destinato presto a perdere il suo ruolo di mediatore tra i palestinesi e Israele. Questo perchè l’Egitto dei Fratelli Mussulmani non é equidistante tra le due parti ma è parte in causa essendo Hamas una ditta emanazione storica dei Fratelli Mussulmani egiziani. In seconda istanza le masse dell’Egitto che sostengono il Presidente Morsi hanno iniziato a chiedere a gran voce, anche con manifestazioni degenerate in violenza, una ferma presa di posizione al fianco dei Fratelli di Hamas. In questo contesto Morsi pagherà in qualche modo qualunque scelta faccia in futuro. Se appoggerà il piano americano e indirettamente tutelerà Israele la sua posizione politica e personale sarà messa a rischio, se si schiererà al fianco dei nazionalisti l’intera stabilità della regione sarà in pericolo. Comunque vada l’Egitto non avrà più il ruolo di mediatore ma diventerà, anzi è già diventato, parte attiva del confronto politico e militare tra i palestinesi e lo stato di Israele.
Hezbollah: la milizia libanese ha espresso la volontà, se non la necessità di intervenire nel conflitto di Gaza. Indirettamente fornendo conoscenze tecniche tattiche militari ed armamenti, direttamente preparandosi ad aprire un nuovo fronte di guerra nel nord di Israele. Fronte in grado di minacciare l’intero territorio israeliano alla luce del vasto e potente arsenale missilistico di Hezbollah forte di decine di migliaia di razzi di artiglieria e alcune migliaia di missili, con sitemi di guida più o meno sofisticati.
Iran: l’Iran è noto per aver fornito supporto tecnologico ad Hamas e armi in maniera diretta ad Hezbollah, il più fedele alleato nella regione. Nei giorni scorsi da Tehran giungevano inviti a organizzare truppe volontarie per combattere a Gaza e giungevano inviti da esponenti a vari livelli del regime a rifornire di armi i combattenti di Hamas, i quali si erano allontanati da Tehran alcuni mesi fa ma che oggi anche alla luce del nuovo capo delle brigate Al Quassam, braccio armato di Hamas, si sono riavvicinati al regime iraniano.
Israele: Israele deve necessariamente risolvere il problema in modo radicale. La via da intraprendere può essere quella diplomatica o quella militare ma la minaccia alla sopravvivenza allo stato di Israele va eliminata. Oggi come abbiamo visto Hamas ed Hezbollah, organizzazioni che hanno nella loro “costituzione” l’obiettivo di eliminare Israele, godono del supporto politico e militare dell’Iran e dell’Egitto, per questo motivo hanno alzato la posta nei negoziati per il cessate il fuoco di questi giorni. Proviamo ad immaginare cosa potrebbero chiedere o fin dove potrebbero spingersi se fossero coperti dallo scudo nucleare dell’Iran. Si fermerebbero Hamas ed Hezbollah o cercherebbero con ancora più forza di eliminare il loro nemico storico? Cosa accadrebbe se Hamas o Hezbollah fossero prossimi alla sconfitta decisiva? O meglio cosa farebbe un Iran nucleare se il suo più fedele alleato nel Libano fosse prossimo alla sconfitta militare e all’annientamento della propria organizzazione?
Per questi motivi la tregua in Medio Oriente tra Israele e i propri nemici è impossibile. Non è impossibile nel senso che non sia possibile un cessate il fuoco nelle prossime ore, ma è impossibile che questa tregua, gestita da attori non neutrali porti ad una stabilizzazione dell’area.
Il problema, il vero problema di Israele è l’Iran, anzi è l’Iran potenza regionale, è l’Iran potenza nucleare, è l’Iran che non potendo schiacciare, per ora quello che a Tehran definiscono “il Grande Satana” e cioè gli Stati Uniti d’America, vuole eliminare dal medio oriente “il Piccolo Satana” e cioè lo Stato di Israele, per aprirsi la strada all’egemonia sul suo vero nemico storico: l’Arabia Saudita, vero ultimo obiettivo di Tehran.
Ma questa è un’altra storia, e sarà un’altra analisi.