Alcuni nostri lettori ci hanno chiesto di parlare delle agenzie di rating. Un approfondimento completo ed esaustivo verrà in futuro su GPC, sicuramente per il momento la rete vi potrà dare sufficienti spunti. Tuttavia vorremmo condurre una breve riflessione. Moody’s il giorno stesso di una importante asta di titoli di Stato italiani declassa il paese (e pochi giorni dopo numerose banche e enti locali).
Tra l’altro adesso l’Italia, per Moody’s, è a soli due gradini prima dello stato di junk. Da statuto, sono pareri atti a offrire un indirizzo ai propri clienti, esternati da un ente privato. Sarà anche solo una coincidenza che il parere sia giunto poche ore prima che il premier italiano atterrasse negli USA per partecipare alla Allen Conference. Per non parlare della coincidenza del declassamento con l’asta di titoli italiani.
Nessuno nega le difficoltà italiane, tuttavia tra luci e ombre qualcosa si muove e una serie così pesante di bocciature non rende giustizia agli sforzi nè aiuta il paese a riposizionarsi sui mercati internazionali.
Il dubbio è legittimo: siamo di fronte a fuoco amico o, forse, ci troviamo di fronte ad un fuoco di sbarramento nemico?
A chi giova operare al ribasso in questa fase così delicata? Noi non siamo del tutto convinti che i giudizi espressi dalle agenzie di rating siano completamente disinteressati.
D’altro canto, per amore di correttezza e obiettività, ci piace ricordare che molti enti hanno letteralmente incaricato, dietro commissione, le agenzie di rating per ricevere una classe di rischio. E questo è il problema di fondo: l’indipendenza e il conflitto di interessi. Ne parleremo ancora su GPC.
In chiusura di articolo vi invitiamo a lasciare qui tutte le vostre domande sul tema “Agenzie di rating”. Nel futuro articolo di approfondimento cercheremo di dare risposta alle domande pervenute sia via email sia qui sul sito.