La notizia di un prossimo test nucleare nord coreano, che si annuncia di potenza ragguardevole, ha preoccupato notevolmente i militari e il presidente Lee della Corea del Sud.
Immagini satellitari della zona nella provincia di Changjin mostrano una intensa attività di scavo nel sito adibito a zona di test per le armi nucleari fatto che potrebbe rendere possibile il test nell’arco di trenta giorni. Si tratterebbe molto probabilmente di un test di un’arma atomica basata sull’uranio, praticamente una garanzia di successo. Il test potrebbe anticipare di pochi giorni il summit di Baghdad sul nucleare iraniano così come il lancio missilistico ha coinciso con i colloqui nella città di Istanbul.
Nel mentre i servizi di sicurezza di Seoul temono che la Corea del Nord possa porre in essere provocazioni militari nei confronti delle forze del Sud in particolare nell’area di mare ad occidente della penisola coreana, tratto di confine sul quale le due parti non hanno raggiunto un accordo dai tempi della guerra negli anni 50.
Nella Corea del Sud le forze di difesa aerea mantengono un alto grado di prontezza, così come richiesto dal nuovo capo di stato maggiore dell’aeronautica di Seoul, generale Sung Il Hwan, il quale nei giorni scorsi ha visitato il centro di coordinamento della difesa aerea incitando i militari ad essere pronti e verificando di persona le capacità della struttura.
In questo quadro di tensioni e di reparti posti in stato di relativa allerta giungono scandite come da un metronomo le dichiarazioni della Corea del Nord. Questa volta però sono differenti dal solito. Nel comunicato dell’agenzia di stampa di Pyongyang si afferma che le forze armate della Corea del Nord sono pronte ad “azioni speciali” atte a “distruggere bersagli chiave nella Corea del Sud”. Una frase di questo tipo non è tipica delle dichiarazioni del regime comunista e lascia intendere che al Nord siano stati individuati dei bersagli che possono essere oggetti di atti di provocazione. Atti che possono essere intesi come una forma di rivincita dopo il fallimento del lancio del vettore Uhna-3. Il fallimento di tale lancio ha causato estrema frustrazione tra le alte gerarchie del partito e anche da parte del nuovo Leader Kim Jong Un che ha inaugurato la sua stagione di comandante in capo delle forze armate e primo segretario del partito con un fallimento. Anche al fine di ristabilire la propria autorità il giovane Kim potrebbe incoraggiare azioni di provocazione nei confronti del Sud.
E’ intanto notizia di questi giorni che una nave iraniana è in viaggio per la Corea del Nord, con a bordo aiuti per il popolo nord coreano, così almeno dichiarano le agenzie di stampa semi-ufficiali di Tehran. L’asse tra Corea del Nord e Iran è sempre più forte.