È assolutamente imperativo fermare il flusso di immigrati che tenta di raggiungere l’Europa, non per una questione ideologica, non per un aspetto “populista”, ma per un semplice calcolo della sostenibilità da parte del nostro sistema sociale della massa si uomini che si è messa in movimento e della ancor più grande moltitudine che, vedendo quanto sia semplice arrivare irregolarmente in Italia e poi in Europa. Ci sono 500 milioni di uomini e donne pronti a lasciare l’Africa nei prossimi 20 anni (pronti a lasciare significa che considerano come possibilità l’emigrazione non che tutti i 500 milioni prendano la via dell’Europa) e intraprendere il viaggio verso i nostri paesi, 500 milioni una massa di uomini che, se si dovesse muovere all’unisono, rovescerà ogni aspetto dalla nostra società, facendoci precipitare nel caos sociale e che potrebbe innescare rivendicazioni di tipo religioso e sociale che decreterebbero lo sgretolamento culturale e sociale dell’Europa per come la conosciamo oggi.
Come fermare quindi questo esodo, in attesa che oculate politiche di sviluppo consentano agli Africani, agli Asiatici e a tutti gli uomini e le donne che aspirano a giungere nel loro “Eldorado” Europeo, di vivere nel benessere nelle loro nazioni?
La risposta è tanto semplice quanto sconvolgente per i buonisti italici: interrompere l’attuale servizio di recupero dei migranti nel mediterraneo. Ma nessuno del nostro gruppo vuole un ecatombe di uomini, donne e bambini innocenti in mare. Lo stop al servizio di recupero a mare degli immigrati va attuato con gradualità e con un messaggio chiaro a tutti coloro che sono in Libia e pensano di raggiungere l’Italia sulle navi occidentali che li attendono spesso a 20/25 miglia dalla costa libica.
Per prima cosa sarebbe necessario una solenne dichiarazione dell’Europa, con la quale si avvisa che a trenta giorni dall’annuncio politico verranno ritirare le imbarcazioni militari impiegate in questa operazione di recupero.
Contemporaneamente andrebbe iniziata una campagna di volantinaggio aereo sulla fascia costiera libica, con la quale si avvisano immigrati e scafisti che il giorno X verrà sospesa l’attività di recupero e nella quale si evidenzierà che forze speciali europee avranno il mandato di neutralizzare, anche mediante l’utilizzo di forza letale, i vertici e gli operatori della rete di trafficanti di uomini che continuasse a mettere in mare, non dal giorno X ma dal giorno stesso del primo volantinaggio, gommoni e barconi con migranti. Droni dovranno controllare 24/7 (ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette) le aree di partenza dei barconi, identificare gli organizzatori, scoprire i loro nascondigli e abitazioni. Fatto ciò forze speciali, supportate dall’aeronautica e da elicotteri d’attacco dovranno prendersi cura di questi individui.
Contestualmente una nostra unità militare prossima al disarmo, ad es. Nave Maestrale, avrebbe il compito di trasmettere a tutti gli apparecchi cellulari accesi lungo la fascia costiera libica un messaggio di testo sovrapponibile al volantino di cui sopra. Questa modalità è stata pensata dal nostro gruppo in quanto nei gruppi dei migranti spesso queste persone dispongono di un cellulare e posso essere così resi coscienti che i mercati di uomini gli stanno offrendo, non un viaggio sicuro, ma una scommessa rischiosa. Abbiamo chiamato in causa Nave Maestrale perché per emettere questo segnale GSM/UMTS/G3/G4 serve un emettitore mobile che possa transitare a poche miglia dalla costa libica e la soluzione di installare questa antenna, e relativa stazione di comando, su una nave ormai non più operativa, ma in grado di difendersi in caso di attacchi da parte dei trafficanti, ci pare la più efficace.
Alcuni potrebbero obiettare che ritirare le navi che recuperano gli immigrati provocherebbe molti morti. A questo aspetto abbiamo pensato e abbiamo analizzato i morti che le attuali politiche di “accoglienza” hanno generato. L’aumento del flusso dei migranti ha determinato anche un aumento del numero di morti nel mediteranno. Stime affidabili quantificano in 2500 le persone che hanno perso la vita in questi mesi del 2015 tentando la traversata, cifre molto più grandi delle 40/60 vittime anno del periodo antecedente al 2012.
Interrompendo il recupero degli immigrati va messa in conto la possibilità che diverse centinaia di persone possano trovare la morte, tuttavia l’interruzione dell’aumento esponenziale delle partenze dalla Libia e la necessità di fornire agli immigrati imbarcazioni più solide ed in grado di raggiungere fisicamente la costa italiana determinerà, ragionevolmente, un calo dei morti nel mediterraneo.
Non definite questo post cinico o disumano, questo post è realistico e concreto. Le attuali politiche di “accoglienza” hanno fallito, è necessario cambiare.
La strada a nostro avviso è questa