In questi mesi si sono susseguite voci riguardanti i possibili difetti del nuovo cacciabombardiere F/35. Sarebbero emersi difetti di ogni tipo: serbatoi che esploderebbero, problemi ai sistemi avionici, problemi alla turbina e i fine problemi in atterraggio. GeoPoliticalCenter non farà una analisi di ognuno di questi presunti problemi ma cercherà di evidenziare perché gli F/35 sono una risorsa per l’Italia e non solamente un costo.
Prima di tutto dobbiamo però evidenziare che gli F/35 non sono dei rottami ma sono il cacciabombardiere più avanzato mai costruito, come tutti i mezzi aerei durante lo sviluppo della macchina vengono individuati e risolti problemi di ogni genere, questo succede per ogni mezzo aereo, civile o militare che sia. Pensate a tutti i problemi di sistemi avionici degli Airbus evidenziati e risolti in passato, oppure ai recenti problemi del Boeing 787 che ha costretto a terra tutta la flotta dei nuovi jet per trasporto passeggeri. Visto il clamore che sta suscitando parliamo solo dell’ultimo presunto difetto dell’F/35 e cioè le difficoltà ad atterrare in clima caldo umido e con bassa pressione a pieno carico bellico. Questa limitazione non è dovuta ad un problema del mezzo ma ad un semplice problema fisico. Nelle condizione di grande caldo alta umidità e bassa pressione atmosferica l’aria risulta meno densa, molto meno densa del normale e ciò determina problemi di portanza e spinta a qualunque velivolo. Anche un elicottero in particolari condizioni climatiche e di altitudine potrebbe avere problemi a decollare a pieno carico e dovrebbe ridurre il proprio peso rinunciando a carburante o armamenti.
Ma questo non è il focus di questo post. Noi vogliamo evidenziare che partecipare al programma F/35 porterà benefici all’Italia.
In primo luogo perché parte dell’aereo viene costruito in Italia.
Seconda importante motivazione per continuare a far parte del progetto dell’F/35 è rappresentata dal fatto che Alenia e Finmeccanica possono acquisire le conoscenze necessarie per produrre nel prossimo futuro aeromobili con caratteristiche di estrema modernità e mantenere un eccellenza industriale, come l’industria aeronautica militare, in Italia.
Terzo fattore, elencato per ultimo ma non certo il meno importante, i livelli occupazionali dell’industria aeronautica italiana, e anche il numero di specialisti impiegati nella gestione e manutenzione del mezzo durante la sua vita operativa nella Forza Armata. Certo acquistare e mantenere gli F/35 avrà un costo, che però verrà compensato in gran parte dalla vendita degli M/346, dalla capacità di crescita dell’industria aeronautica nazionale e dalle migliaia di posti di lavoro, civili e militari, che l’F/35 genererà.
Ecco perché l’industria nazionale, e lo stato italiano, avranno notevoli benefici dalla partecipazione al consorzio per la costruzione e l’utilizzazione del nuovo cacciabombardiere multiruolo.