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Europa, la crescita deluderà nel 2014

Draghi oggi ha affrontato il tema della crescita nell’Eurozona. Da quanto ci è dato di capire, leggendo tra le righe, tra i vari scenari emessi quello che si sta realizzando è lo scenario di fondo, non il worst case di certo ma sicuramente quello con ratei di crescita più bassi. La situazione è piuttosto deludente (ci si sarebbe aspettati una crescita un po’ più vigorosa), al punto che per trovare note positive bisogna rifarsi ad indicatori effimeri quali la fiducia dei consumatori. Ad ogni modo la situazione sembra che stia lentamente migliorando e così dovrebbe essere nel corso del 2014 – 2015. Il secondo aspetto “positivo” sottolineato è la bassa inflazione.

Come più e più volte però abbiamo detto, questa bassa inflazione in condizioni normali sarebbe da considerarsi un fattore positivo (in quanto tenderebbe ad erodere in minor misura il valore reale dei salari), ma in condizioni di recessione o peggio di stagnazione, questa bassa inflazione è segno di grave malattia. Il rischio annunciato (ormai da qualche mese) da parte di molti economisti è che la deflazione entri nella sua fase più cruda e si inneschi in modo irreversibile una spirale mortale tra bassa inflazione e disoccupazione. L’Europa si trova di fronte ad un difficile bivio: trasformarsi in un secondo Giappone, per le prossime due decadi, oppure mettere mano a politiche più incisive sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. In un certo senso è quanto sta dichiarando Draghi, ma vorremmo sottolineare che non sarà di certo la politica europea attendista dell’austerità a ridare il giusto tono ai consumi interni e agli scambi tra sistema bancario e produttivo.

Poco altro trapela dalle parole di Draghi, quindi in ultima analisi viene confermato il mantenimento del costo del denaro sui precedenti livelli minimi, per tutto il tempo che la BCE riterrà necessario.