Le forze aree iraniane inizieranno oggi una vasta esercitazione delle forze aeree in un’area molto sensibile: lo Stretto di Hormuz.
La notizia, oltre all’interesse legato alla valutazione della capacità dell’aeronautica iraniana riveste un ulteriore interesse dal punto di vista “diplomatico”.
Quando un anno fa il presidente Obama e la Guida Suprema iraniana Ayatollah Khamenei decisero di iniziare il percorso che ha portato agli accordi di Ginevra del novembre scorso decisero anche che ambo le parti avrebbero osservato, nel periodo delle trattative, una moratoria delle esercitazioni militari all’interno del Golfo Persico e dello Stretto di Hormuz.
Oggi le forze aree iraniane svolgeranno le più complesse manovre aeree degli ultimi anni proprio ad Hormuz, che sono state denominate “Difensori del Santuario di Velayat 4”.
La prima considerazione è che gli iraniani si dimostrano, come sempre nella storia, dei fini diplomatici, in effetti l’accordo parlava di una moratoria durante il periodo delle trattative e le trattative per la parte preliminare sono in effetti finite. D’altro canto l’Iran dimostra di voler mantenere una convincente forza militare a presidio della via d’acqua che unisce il Golfo Persico al mare Arabico, fatto che dovrebbe spingere americani e monarchie del Golfo a programmare analoghe esercitazioni, al fine di mantenere un adeguato livello di preparazione delle proprie forze armate.
Gli americani invece sembrano non voler rispondere all’esercitazione degli iraniani anzi, il gruppo di attacco della portaerei Truman è stato spostato al di fuori del Golfo Persico e in questi due giorni si terrà a debita distanza dallo Stretto di Hormuz.
Se da un lato questo atteggiamento di Obama andrebbe interpretato con la volontà di non rischiare incidenti con i più duri rappresentanti del regime e delle forze armate iraniane; probabilmente in tutti i paesi che si affacciano sul Golfo Persico, sunniti o sciiti, Monarchie o Repubbliche rivoluzionarie che siano, l’atteggiamento americano verrà letto come l’ennesima, prevista, scontata dimostrazione di debolezza dell’amministrazione americana di Obama.
Nei due giorni dell’esercitazione tutti i modelli di aerei da combattimento in dotazione all’Aeronautica Iraniana parteciperanno alle manovre, intercettori F-14, caccia leggeri F-5, caccia F-4, intercettori mig-29, cacciabombardieri SU-24, rifornitori aerei e aerei per il pattugliamento marittimo.
Le forze aeree iraniane posseggono un mix del tutto unico di aeromobili occidentali e dell’ex blocco comunista, integrati con un servizio di manutenzione che ha sfruttato i canali più disparati per mantenere efficienti i caccia Made in Usa. Progettazione inversa, patto segreti con l’America degli anni ottanta, contrabbando, tutto pur di mantenere in volo gli F-14. Si perché gli F-14 svolgono la doppia funzione di caccia intercettori e di mini AWACS in grado di sopperire alle carenze dei sistemi di difesa aerea terreste iraniana.
Nei prossimi due giorni si potrà avere una idea aggiornata delle reali capacità operative iraniane nella zona dello Stretto di Hormuz.