Tehran, 28 Marzo 2012
Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan è atterrato a Tehran per una visita ufficiale di due giorni, durante la quale avrà colloqui fondamentali sul tema del programma nucleare iraniano, e sulla crisi siriana.
Il messaggio potrebbe essere addirittura rappresentato da una lettera in cui Obama scrive nero su bianco la posizione della sua amministrazione, una posizione contraria allo scontro armato, ma anche la posizione di un presidente che è cosciente che un Iran armato con armi atomiche scatenerebbe una corsa all’arma nucleare di proporzioni sovraregionali, proprio l’opposto di quello che Obama vuole ottenere : la riduzione degli arsenali nucleari mondiali.
Erdogan metterà sul tappeto anche la situazione in Siria ed il fatto che la Siria stia armando i guerriglieri curdi, gli stessi guerriglieri che pochi mesi fa Ankara e Tehran combattevano insieme. Da alcune settimane, invece, l’Iran ha interrotto le proprie operazioni contro il PKK, senza fornire ad Ankara se non vaghe motivazioni di ordine logistico, lasciando i turchi da soli contro l’antico nemico curdo. La Turchia e la pazienza del suo primo ministro sono da tempo messe a dura prova e la scelta di Tehran a favore dei curdi potrebbe allontanare la i due paesi, e far venir meno l’unico mediatore oggi in grado di fornire agli Stati Uniti sufficienti garanzie di imparzialità.
Così se oggi durante il loro incontro il presidente iraniano rimarrà vago ed evasivo, sia sul programma nucleare, sia sulla soluzione della crisi siriana e sulla questione curda, Erdogan potrebbe decidere di lasciare l’ Iran al suo destino ed essere pronto a prenderne il posto come punto di riferimento internazionale, non solo nella nuova Siria ma anche nel Libano e nei territori palestinesi, Gaza in primis.
“La finestra della diplomazia si sta chiudendo”
Barack Obama 44º Presidente degli Stati Uniti. Seoul, 26 Marzo 2012