Sicuramente in questo momento gli occhi sono puntati verso il confine turco – siriano (qui gli aggiornamenti). In ogni caso, facciamo una rapida intrusione nel flusso di informazioni di Geopoliticalcenter, dando la priorità in qualsiasi momento alle informazioni provenienti dai colleghi analisti del Settore Medio Oriente. Fatta la doverosa premessa, esaminiamo insieme quanto accaduto negli ultimi giorni sui mercati finanziari. Il bailout delle banche spagnole era da tutti atteso e forse era stato caricato da troppe aspettative. In realtà ben sappiamo che nei giorni successivi al prestito alle banche spagnole, dopo un rapido flame delle borse, queste sono andate spegnendosi, facendo registrare anche notevoli perdite.
Un altro indicatore chiaro del livello di depressione raggiunto dall’economia è il prezzo del petrolio. Nella settimana che volge al termine, il greggio ha toccato quota 78$ al barile, per poi risalire lievemente. Ovviamente gli analisti di tutto il mondo puntano il dito contro la situazione europea, crisi che ormai sembra entrata in trincea. Certo, dagli ambienti politici arrivano agende rinnovate e farcite di incontri per risolvere la crisi (parola d’ordine: crescita), tuttavia i mercati non ne sembrano affatto convinti. Nelle ultime ore il prezzo del petrolio è ulteriormente aumentato, toccando quota 80$: in linea di massima questo aumento è dovuto a due fattori, una tempesta tropicale che sta per investire il Golfo del Messico e i ripetuti tentativi di ri-animare l’economia europea attraverso uno stimolo in stile Obama (ma su quest’ultimo punto, come già detto, lo scetticismo serpeggia incontrastato). E sempre legato agli eventi atmosferici è anche l’aumento del frumento: pare che una ondata di calore stia mettendo a rischio il raccolto.
In settimana (i nostri lettori che ci seguono anche su Facebook lo sanno), abbiamo annunciato in diretta una possibile svolta nella politica di Merkel: una maggiore apertura all’utilizzo degli euro accumulati nel “fondo salvastati”. Che ci crediate o meno, tuttavia, nemmeno questo annuncio è riuscito a riscaldare le borse europee che stanno da tempo manifestando segni di rigor mortis.
Sarebbe però un errore grossolano puntare gli occhi solo sull’Europa e dimenticare quanto sta accadendo nel resto del mondo. Perchè se è vero che le borse del vecchio continente sono in grave affanno, peggio i loro debiti sovrani, le altre economie mondiali stanno veramente battendo la fiacca. La Cina continua sul suo percorso di crescita (ma col freno a mano innestato). Gli Stati Uniti dal canto loro stanno prendendo atto che la loro crescita (o meglio la speranza di crescere) andrà ridimensionata notevolmente nel corso del 2012. In questo contesto anche gli altri paesi cosiddetti BRICS hanno manifestato tutte le loro, comprensibili, preoccupazioni durante il recente G20.
La settimana è stata segnata da un altro incontro, Rio+20, sul clima e sull’economia sostenibile. Non vogliamo approfondire qui un argomento che tutto sommato riteniamo davvero consunto: il clima cambia? E’ l’uomo a farlo cambiare? Come adattare le nostre economie a questi cambiamenti? Siamo certi che in rete ci siano siti più specifici sull’argomento. Certo l’interrogativo principale è se la green economy possa davvero costituire uno stimolo efficace alle asfittiche economie mondiali. Vedremo un po’ nei prossimi mesi che piega prenderanno gli eventi.