Oggi domenica 22 giugno 2014, alla vigilia di una settimana che potrebbe vedere un ulteriore aumento dell’impegno russo nella guerra in Ucraina orientale, cerchiamo di fornirvi un riassunto della situazione sul campo nella regione del Donbass, a Kiev e a Mosca.
Iniziamo con la situazione militare in Ucraina orientale. Le truppe di Kiev nelle ultime settimane hanno aumentato notevolmente la pressione sulle aree del Donbass sotto il controllo degli indipendentisti.
Le truppe di Kiev hanno ridotto notevolmente l’utilizzo della forza aerea, decimata dai lanciamissili portatili Strela e Igla, nel possesso dei ribelli. Le forze di Kiev hanno utilizzato quindi mezzi corazzati ed artiglieria per piegare la resistenza delle milizie del Donbass, puntando a conquistare la frontiera tra Russia e Ucraina, che due settimane fa era per larga parte nel controllo dei ribelli.
Oggi dopo l’offensiva, che secondo le nostre stime ha causato circa 200 vittime tra le due parti, i filo russi controllano una parte residuale della frontiera nelle vicinanze del check point di Izvarino. Vista la superiorità di uomini e mezzi l’avanzata delle truppe ucraine, seppur non agevole, è stata continua. Quarantotto ore fa la chiusura della frontiera tra Russia ed Ucraina era apparsa imminente, ma proprio in quel momento, nella mattina del 20 giugno, il presidente Putin ha convocato il Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa e ha ordinato la mobilitazione del distretto militare centrale (il quale non confina con l’Ucraina ma le cui truppe sono necessarie in caso di azioni militari contro Kiev) e autorizzato, con grande probabilità, la fornitura di armi pesanti e veicoli corazzati ai ribelli. Questa azione della Russia ha bloccato militarmente l’avanzata ucraina, consentendo il mantenimento da parte di dei ribelli della frontiera in località Izvarino.
Il rinnovato impegno russo, che era stato anticipato dal 17 al 20 giugno dall’arrivo presso il confine di reparti logistici dell’esercito russo, ha ridato vigore al morale degli indipendentisti, spingendo altri uomini ad arruolarsi nelle milizie del Donbass.
A Kiev le azioni di Mosca hanno spinto il presidente Poroshenko ad ordinare un cessate il fuoco nella serata del 20 giugno, dopo che la 28ª e la 35ª Brigata Motorizzata dell’esercito russo erano state poste in stato di “PRONTE AL COMBATTIMETO”. Il presidente ucraino ha ordinato quindi un cessate il fuoco unilaterale, bollato dal presidente russo Putin come un ultimatum più che come una proposta di pace, e non rispettato sempre dalle truppe sul campo.
Il giorno successivo il 21 giugno è stato quindi mobilitato tutto il distretto militare centrale ufficialmente per “esercitazioni a sorpresa”, che coinvolgono 65000 uomini e migliaia di mezzi.
Nella serata di ieri 21 giugno, visto lo stop delle operazioni militari di Kiev ad est il presidente Putin ha dichiarato che egli appoggia un piano per il cessate il fuoco in Ucraina orientale, continuando comunque a far affluire migliaia di uomini delle forze armate russe nei pressi del confine ucraino, ufficialmente per rafforzare la difesa del confine russo, dopo che il giorno prima alcuni colpi di mortaio provenienti dall’Ucraina avevano colpito un posto di frontiera russo provocando il ferimento di un militare di Mosca.
Questa mattina registriamo inoltre la visita, in uniforme militare, del presidente ucraino Poroshenko alle guarnigioni di Kiev presenti in Ucraina orientale.
Durante la sua visita Poroshenko ha dichiarato che egli ha già pronto un “Piano B”, un piano militare per riconquistare il Donbass, nel caso in cui il suo “piano di pace” fallisse.
Al momento non registriamo nuove dichiarazioni da parte del Cremlino, se assisteremo a qualche fatto nuovo nella giornata odierna sarà nostra cura aggiornare questo post, in particolare se da Mosca arriveranno nuove prese di opzione del presidente Putin.
Aggiornamento delle 1400
Dichiarazioni del Presidente russo Putin
“E ‘importante che, sulla base del armistizio si attivi un dialogo tra tutte le parti in conflitto al fine di trovare un compromesso accettabile per tutti, in modo che le persone che vivono nel sud-est dell’Ucraina, ovviamente, possano sentire che esse sono parte integrante di questo paese e che hanno tutti i diritti dei cittadini dello stato, e che questi diritti sono garantiti dalla legge fondamentale del paese – la Costituzione, “- ha detto il presidente della Federazione Russa .
Vladimir Putin ritiene che la positiva risoluzione della crisi in Ucraina parta un dialogo sostanziale e significativo.
“Questa è la chiave del successo. bisogna che sia possibile controllare attraverso parametri oggettivi che i combattimenti si siano effettivamente fermati. E purtroppo abbiamo visto abbastanza artiglieria attiva sul lato ucraino. non ho la presunzione di dire chi è che spara lo, ma succede, e quindi è necessario assicurarsi che tutte le ostilità siano cessate, “- ha concluso il presidente della Federazione Russa.
In precedenza, il leader russo ha detto che ha sostenuto la decisione del presidente ucraino Petro Poroshenko di proclamare il cessate il fuoco nel sud-est del paese, così come l’intenzione di adottare una serie di misure concrete per raggiungere una soluzione pacifica.
“l’annunciato piano di pace Poroshenko non dovrebbe avere il carattere di un ultimatum alla milizia, – dice Vladimir Putin. – la possibilità, che si apre con la cessazione delle ostilità, dovrebbe essere utilizzato per avviare negoziati significativi e compromessi politici tra le parti in conflitto nell’est dell’Ucraina “.