Oggi è uscita una sequela di dati macro economici estremamente interessante. Partiamo dal dato PMI Europeo (uscito però la settimana scorsa):
– l’indice PMI Europeo è sopra la quota tecnica di 50pb, tuttavia è in calo rispetto alla lettura del mese precedente, contrariamente a quanto previsto dagli analisti (ricordiamo che sopra i 50pb l’economia è in espansione, viceversa sotto i 50pb).
– Italia: torna a calare la fiducia del consumatore, dopo aver toccato valori positivi record nei mesi scorsi
– Francia: il PIL rallenta di nuovo, scende a 0,7% su base annua, su base trimestrale invece cresce dello 0%.
– Europa: precipitano TUTTI gli indicatori di fiducia (consumatore, industriale, manageriale). Cresce solo la fiducia nei servizi.
– Germania: crollano le vendite al consumo (su base annua passano dal 3,2% all’1,9%; su base trimestrale sono negative a -0,6%).
E adesso veniamo a due dati importantissimi. Da un lato abbiamo l’aggregato M3 (molto importante per la UE perchè costituisce un driver di politica monetaria). Con esso misuriamo la liquidità ovvero la disponibilità di moneta per l’intero sistema economico. Ebbene questo dato non è cresciuto, anzi è calato. Certo, Mario Draghi e la BCE hanno messo in campo una serie di azioni volte a aumentare ulteriormente la massa monetaria disponibile ma tenete conto che gli effetti di questa politica si avranno non nel breve. Quindi in un lasso temporale ancora medio-lungo avremo effetti di decrescita sia su M3 che su M1.
Veniamo al secondo dato importante, ovvero, l’indice dei prezzi al consumo. Il dato di giugno (anno su anno) è nuovamente deludente, si ferma allo 0,5%, esattamente come a marzo 2014 (valore minimo record). Questo, unito al dato precedente, ovvero il rallentamento del tasso di crescita della liquidità disponibile, dipinge un quadro davvero preoccupante per l’Europa. Al momento gli effetti negativi sull’economia reale si vedono tutti. Quello che non si vede, ancora, è la luce in fondo al tunnel (che invece ci è stata propugnata svariati mesi or sono).