Roma 20/02/2012
Improvvisamente e contrariamente a quanto programmato la flottiglia 18 della marina iraniana ha cambiato la propria destinazione. Dopo la conclusione delle esercitazioni navali denominate “Velayat 90” i vertici della marina iraniana avevano annunciato che questa flottiglia avrebbe pattugliato le acque internazionali dell’oceano indiano e le acque prospicienti la penisola somala. Contrariamente a quanto annunciato un mese fa, la flottiglia 18 dopo essere salpata dall’ Iran si è diretta nel Mar Rosso, ed ha ormeggiato a Jedda, in attesa dell’autorizzazione da parte della giunta militare egiziana di poter attraversare il canale di Suez. Una volta avuta l’autorizzazione le due navi hanno attraversato il canale di Suez, sono giunte nel mediterraneo, e sono giunte in Siria.
La domanda è : perchè fare arrivare un rifornitore di squadra come il Kharg, scortato da una unità maggiore della flotta iraniana in Siria?
La missione iraniana potrebbe essere connessa all’intensa attività di droni americani delle ultime due settimane nei cieli Siriani. La presenza di tali velivoli è una violazione palese della sovranità siriana. Il fatto che siano aerei senza pilota, evita semplicemente che in caso di abbattimento i siriani abbiano un ostaggio americano, ma la violazione dello spazio aereo è chiara a tutti. Le forze di difesa aerea della Siria hanno intenzione di abbattere questi droni, ma vista la scarsa segnatura radar e l’elevatissima quota di volo l’impresa è tutt’altro che semplice. Verso la fine dello scorso anno gli iraniani sono riusciti ad abbattere un drone americano RQ-170. Se ora ne abbiano i frammenti oppure la struttura completa non è ancora cosa nota. Cosa certa invece è che gli Iraniani hanno nelle loro mani i componenti dell RQ-170.
I droni americani stanno sperimentando anomalie e malfunzionamenti da diversi mesi, forse dietro queste anomalie esiste una parte di responsabilità imputabili all’ Iran, ma non solo a loro. Nel porto di Tartus da Theran potrebbe essere arrivata ieri la tecnologia necessaria a tracciare la posizione dei droni americani. Una volta nota la posizione i sistemi S-300 di prima generazione posseduti dalla Siria faranno il loro lavoro.
Ora Assad per abbattere gli aerei senza pilota che violano i cieli siriani ha tutto quello che gli serve.
La Kharg inoltre potrebbe trasportare apparati Jammer per disturbare le comunicazioni dei ribelli Siriani.
Inoltre non dimentichiamoci che la Kharg è una nave cisterna e potrebbe aver trasportato in Siria prodotti petroliferi raffinati utili per le riserve strategiche di carburante del regime di Assad. Riserve fondamentali nel caso che l’aviazione o le truppe meccanizzate fossero impiegate in qualcosa che vada oltre la repressione della rivolta.
Aggiornamento del 24/02/2012 ore 11,00 GMT
La flottiglia 18 delle forze navali iraniane ha lasciato il mediterraneo diretta verso il Mar Rosso attraverso il canale di Suez. Il rifornitore di squadra Kharg mostra una linea di galleggiamento molto più alta che durante il viaggio di andata. La breve permanenza in acque Siriane e la netta differenza nell’assetto della nave, confermano che lo scopo del viaggio in Siria non era, come affermato dagli iraniani, compiere un periodo di addestramento conla marina siriana, bensì trasportare in Siria beni di necessità urgente al regime di Assad. Il nostro titolo si rileva esatto : ” corriere espresso Iran “