Sulle neonate pagine di GeoPoliticalCenter, abbiamo già avuto modo di parlare di Iran, oggi affrontiamo nuovamente l’argomento, ma da un punto di vista diverso da quanto fatto fin qui. La domanda che oggi ci poniamo è: come fermare l’Iran, escludendo per il momento un intervento militare di qualsivoglia tipo? La risposta risiede chiaramente in una qualche opzione diplomatica o economica (fatte salve quelle già poste in essere). Ben sappiamo che la prima non ha avuto successo alcuno, rimane quindi la strada dell’embargo o delle sanzioni economiche. Sanzioni economiche tout court ne sono già state imposte all’Iran, rimane quindi un embargo sul petrolio o una stretta ancora più decisiva sulla banca centrale iraniana. Ma la semplicità della soluzione è solo apparente, già gli USA in un report1 presentato al senato sottolineano tutti i pericoli insiti in una operazione di questo tipo. Primo fra tutti è sicuramente un aumento vertiginoso del prezzo del greggio (ricordiamo che l’Iran è il terzo paese produttore di petrolio). Il secondo rischio, non meno preoccupante dal punto di vista statunitense, è l’eventualità che una politica di forti sanzioni possa allontanare gli alleati dagli USA stessi.
Ad ogni modo, il senato americano ha votato le sanzioni all’Iran, sulla base di una analisi della situazione che brevemente elenchiamo:
- Abuso del sistema finanziario mondiale: in questo specifico capitolo, l’attivitià di sanzionamento delle banche iraniane è volto a prevenire che le stesse possano rastrellare fondi nel sistema finanziario internazionale per finanziare il programma di arricchimento dell’uranio iraniano, ma anche l’eventuale sostegno economico ad attività di terrorismo.
- Infrastrutture per i trasporti: questo tipo di sanzioni mirano a limitare l’accesso dell’Iran alle convenzionali vie di comunicazione, siano esse aeree, marittime o terrestri.
- Diritti umani: sanzioni mirate nei confronti di personalità iraniane, laddove sia stato riscontrata una violazione dei diritti dell’uomo
- Supporto al terrorismo: ridurre alla radice la possibilità di scambi e contatti tra il governo di Teheran e i membri di Al-Qaeda.
- Programma di proliferazione: individuazione di quelle personalità centrali per il programma di proliferazione nucleare iraniano.
Come abbiamo anticipato in apertura, tuttavia, il dibattito tra i paesi occidentali è tutt’altro che chiuso. I rischi di elevare sanzioni all’Iran sono molteplici. Innanzitutto abbiamo un peso massimo come la Cina che conserva numerose relazioni di vario tipo e livello con l’Iran. In particolar modo, la Cina sappiamo essere un paese energivoro e dipende profondamente dal petrolio iraniano. Se non bastassero eventuali tensioni politiche e diplomatiche con la Cina, il secondo effetto probabile ed immediato che registreremmo, sarebbe l’aumento incontrollato del prezzo del petrolio. Alcuni analisti pongono il target intorno ai 250$ al barile.
Questo è un punto estremamente delicato anche nella concertazione con l’UE. In linea di massima l’Europa sarebbe favorevole a sanzionare l’Iran tramite un embargo sulle importazioni di petrolio, ma l’attuale crisi economica e finanziaria sta mettendo in forse tutta una serie di assunti2.
Cruda, ma effica è la battuta di un trader finanziario:
Maybe the aim of sanctions is to help Italy, Spain and Greece to collapse and make the EU a smaller club
In italiano: “Forse l’obiettivo delle sanzioni è aiutare Italia, Spagna e Grecia a fallire, e rendere l’UE un circolo più piccolo.
Un ulteriore elemento di incertezza risiede nella reale efficacia di tali sanzioni. Ad oggi, sono molteplici i dubbi sulla reale efficacia delle sanzioni imposte. Non mancano inoltre le voci scettiche di alcuni analisti che sostengono addirittura che tale embargo, potrebbe non avere effetto alcuno nelle relazioni tra Cina e Iran. La Cina potrebbe anche decidere di correre il rischio di un embargo finanziario delle proprie istituzioni in USA, a fronte della continuità nella fornitura di petrolio (la Cina è il maggior acquirente di petrolio iraniano, per inciso).
Al termine di questo ragionamento su embargo e sanzioni all’Iran, ciò che emerge è la difficoltà di conciliare l’esigenza della comunità internazionale di porre fine (o un freno) a determinati comportamenti di Teheran, senza tuttavia imporre ulteriori rigidità alla debolissima economia mondiale. La soluzione potrebbe essere un embargo globale: questo metterebbe al riparo da un aumento eccessivo del prezzo del greggio. E’ anche vero che una operazione di questo tipo, richiederebbe una concertazione multilaterale efficace e capace di includere anche Cina e Russia.