Oggi, vigilia di Natale, il nostro sito vuole dedicare la prima pagina a due nostri concittadini abbandonati e prigionieri in India da oltre due anni.
Parliamo dei nostri due Maró Massimiliano Latore e Salvatore Girone.
Due uomini che hanno servito lo stato in zona di guerra, come in Afghanistan, e per i mari del pianeta in difesa degli interessi italiani.
Due uomini che ora sono in India e che non hanno potuto passare il Natale nella loro Patria. Una Patria che non ha fatto tutto il possibile per riportarli a casa.
Più che il popolo italiano, sono state le istituzioni a non ottenere che Massimiliano e Salvatore avessero quello di cui hanno diritto.
Questi due militari hanno diritto ad avere un giusto processo in Italia, un processo che non può avvenire in India, in quanto qualsiasi cosa sia accaduta al largo del Kerala è avvenuta in acque internzionali. L’India quindi non può arrogarsi il diritto di processare i nostri militari sul proprio territorio.
Ancor meno può trattare i nostri militari come delinquenti comuni, o peggio come terroristi.
Non esistono prove reali che Salvatore e Massimiliano siano responsabili di omicidio, nn esistono prove reali che siano stati i proiettili sparati dalla petroliera italiana Lexie ad uccidere i pescatori dello stato del Kerala.
In questi due anni non ci siamo ancora potuti capacitare di come l’Italia non abbia utilizzato le proprie alleanze per ottenere il trasferimento dei nostri militari in Italia, non riusciamo a capire come sia possibile che nessuno dei ministri del governo, dei presidenti delle camere o lo stesso Capo dello Stato, comandante delle Forze Armate, non sia andato ancora in India in segno di solidarietà ai nostri militari.
Lo stato dovrebbe fare di più per gli uomini in divisa che per pochi soldi e nessuna gloria ogni giorno rischiano la propria vita per la nazione e la bandiera.
Una bandiera che da quando i nostri Marò sono prigionieri in India non riesce più a sventolare fiera per i mari del mondo.
Buon Natale ragazzi, qui in Italia tanti si ricordano di voi ogni giorno e cercano di mettere le istituzioni davanti alle loro responsabilità.
Un caro saluto da tutti noi anche alle Vostre famiglie così provate dalla vostra prigionia e dall’incertezza sui tempi del vostro ritorno.
Se potessimo vi verremo a prendere, ma così non è, e possiamo solo ricordavi dalle pagine del nostro sito cercando di far rinascere l’ormai sopito orgoglio di una nazione, che non vuole abbandonare nessuno e men che meno voi!