Boko Haram infiamma la Nigeria
E’ da poco passato il Natale 2011 e ancora una volta siamo chiamati a stilare un lungo elenco di vittime, in Nigeria. E ancora una volta la scia di sangue porta la firma di Boko Haram. La mattina del 25 dicembre, una serie di attacchi suicidi ha lasciato a terra almeno 40 morti1 , fedeli appena usciti dalla locale chiesa alla periferia della capitale Abuja. Va sottolineato, purtroppo, che l’attentato di Natale non è stato il primo e, osservando l’escalation di violenza, non sarà nemmeno l’ultimo.
Le forze dell’ordine nigeriane stanno cercando di porre un argine all’avanzata degli islamisti ma tale operazione non è a costo zero, tutt’altro. Il tributo di sangue è elevatissimo. Si parla di almeno 700 morti causati dalla prima repressione da parte della polizia, alla quale avrebbero risposto gli islamisti di Boko Haram, uccidendo più di 500 persone. Il tutto negli ultimi tre anni. Il pericolo, tangibile e concreto, è il lento scivolamento di questa contrapposizione verso una guerra civile nigeriana.
Ma quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita e diffusione del movimento islamista di Boko Haram, che letteralmente significa “l’educazione occidentale è un peccato”? La risposta risiede essenzialmente in un fattore: le condizioni economiche, peraltro con enormi disparità tra il nord povero e a maggioranza islamica e il sud del paese, più ricco e a maggioranza cristiana. Questo è il contesto in cui un movimento settario può facilmente raccogliere proseliti.
L’attuale ed effettiva consistenza di questo gruppo è attualmente piuttosto incerta e tuttavia per quanto piccolo potrebbe ancora essere, Boko Haram è riuscito a compiere un devastante attentato addirittura contro una sede ONU, il 26 agosto di quest’anno, causando 18 vittime2 . Questo attentato è stato anche il primo attacco suicida contro obiettivi internazionali sul suolo nigeriano.
Indubbiamente un salto di qualità o, quantomeno, un forte segnale alla comunità internazionale.