ADIZ (Air Defense Identification Zone) la Zona di Identificazione della Difesa Aerea istituita dalle autorità di Pechino nel Mar Cinese Meridionale, potrebbe essere stata tacitamente avvallata anche dagli Stati Uniti d’America.
Un alto ufficiale cinese, Yang Jiechi, ha affermato che la grande maggioranza della comunità internazionale è al fianco della Cina nell’istituzione dell’ADIZ. Il pensiero corre immediatamente agli Stati Uniti d’America ed al fatto che l’istituzione dell’ADIZ nel mar Cinese Orientale non ha fatto registrare reazioni particolarmente irritate da parte di Washington, inoltre i cinesi hanno affermato che i sorvoli degli aerei americani verranno tollerati senza particolari problemi. A questi fatti va aggiunta la puntualizzazione del pentagono arrivata poco dopo il sorvolo di due B-52 sull’area della ADIZ cinese. Il Dipartimento della Difesa americano aveva emesso un comunicato per affermare che il volo dei B-52 era un volo di routine e che i due mezzi aerei erano disarmati. Perché la necessità di questa precisazione? Perché il pentagono ha dovuto affermare che i propri velivoli erano disarmati? E se fossero stati armati, sarebbe cambiato qualcosa?
Il giorno dopo l’ente che regola il settore civile dell’aviazione americana la FAA (Federal Aviation Administration) ha istruito i vettori aerei civili americani ad obbedire alle regole imposte dai cinesi sul mar Cinese Orientale.
Tutti questi elementi assumono, anche alla luce delle parole di Yang Jiechi, caratteristiche del tutto peculiari.
Tra le pieghe del linguaggio diplomatico e valutando attentamente i comportamenti reali sia della Cina sia degli Stati Uniti d’America emerge il fatto che, con grande probabilità, l’amministrazione americana ha quantomeno accettato, per non dire autorizzato, la creazione dell’Area di Identificazione della Difesa Aerea cinese nella zona delle Isole Senkaku.
Ancora una volta, seguendo ormai un comportamento stereotipato, ripetitivo, quasi ossessivo, gli Stati Uniti di Obama non si mettono al fianco degli alleati storici ma scelgono di accettare le imposizioni degli avversari. E scelgono di accettare le imposizioni degli avversari anche quando questi atti danneggiano, non solo gli interessi nazionali degli alleati, ma anche quando questi comportamenti mettono in pericolo la sicurezza nazionale degli amici, come nel caso del Giappone.
Il Giappone è solo, forse tradito dall’alleato americano come dopo la fine della prima guerra mondiale, e da solo dovrà organizzare la difesa del proprio territorio e dei propri interessi nazionali, senza più contare ciecamente sulla copertura offerta dagli Stati Uniti d’America.