È al vaglio della diplomazia internazionale la bozza di una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria.
La nuova risoluzione verrà presentata da Stati Uniti e Francia. La bozza di tale risoluzione chiederebbe l’interruzione immediata delle violenze in Siria, e il ritiro immediato delle truppe regolari dalle zone dove sono in corso brutali combattimenti. Le autorità siriane dovrebbero inoltre consentire accesso immediato alle associazioni umanitarie internazionali alla zone dove sono avvenuti gli scontri. La risoluzione richiamerebbe anche l’appoggio della lega araba ad un immediato cessate il fuoco.
La bozza di risoluzione tuttavia prevede, al capitolo nove, ulteriori misure contro il regime di Assad se entro 14 giorni dal voto di detta risoluzione non saranno accolte le richieste del consiglio di sicurezza. Questo capitolo potrebbe determinare il veto russo e cinese che hanno più volte espresso, anche in sede internazionale, la volontà di appoggiare risoluzioni che prendano in considerazione esclusivamente l’aspetto umanitario della crisi siriana senza avere conseguenze negative per il regime ora al potere.
La bozza potrebbe essere esaminata dal consiglio di sicurezza prima della giornata di domenica.
Questa bozza di risoluzione potrebbe vincere le resistenze cinesi ma difficilmente otterrà il placet di Mosca.
Nel frattempo la città di Homs si prepara a sostenere l’assalto della quarta divisione corazzata dell’esercito siriano comandata dal fratello del presidente Assad, in una replica di quella che appare la repressione attuata da Gheddafi e dalla sua famiglia in Libia, dove i figli del Rais comandavano le truppe più fedele contro i rivoltosi.
Un intervento militare diretto in terra siriana sembra da escludersi ma se anche questa risoluzione non passerà i ribelli siriani saranno supportati in modo indiretto con la fornitura di armi e munizioni moderne che già oggi entrano in Siria da ogni angolo dei suoi confini, sia con il Libano, sia con l’Irak, sia con la Turchia.